Dopo l’estate la pelle come ogni altra parte del corpo risente dell’azione del sole e del mare, è sicuramente disidratata e necessita di maggiori cure.

L’utilizzo di elementi naturali nella cura del proprio corpo è sempre da prediligere ad altri mezzi più invasivi.

Oggi vi proponiamo un elemento molto interessante: la spugna di Luffa, una spugna vegetale, ecologica e biodegradabile utile sia per l’igiene personale, sia per le pulizie di casa.

Vediamo di seguito tutte le caratteristiche.

 DEFINIZIONE & CARATTERISTICHE

La spugna di Luffa si ottiene dalla polpa essiccata del frutto della Luffa cylindrico o  Luffa aegyptica, la quale spesso scambiata per una varietà di zucca, è in realtà una pianta della famiglia delle cucurbitacee, stretta parente di zucche, zucchine e cetrioli, originaria dell’Asia e molto conosciuta e coltivata in oriente.

Da questo vegetale nasce un frutto simile al cetriolo o ad una grande zucchina, che ha la particolarità di produrre a maturazione avvenuta una polpa solida, spugnosa ed elastica, che si trasforma in una vera e propria spugna naturale.

Adatta a detergere ogni tipo di pelle, la spugna di luffa è dunque una spugna ecologica, biodegradabile, anallergica e atossica.

Utilizzata per le pulizie domestiche in sostituzione delle normali spugne sintetiche è molto utile per lavare i piatti e una volta consumata o avariata può essere gettata nel compost per concimare l’orto.

Il consumo della Luffa non è molto diffuso nel campo alimentare nonostante la sua commestibilità, per via del sapore amaro e della consistenza molto fibrosa.

UTILIZZO  

Dalla polpa essiccata della luffa si generano delle spugne ecologiche largamente utilizzate per le pulizie domestiche in cucina nel lavaggio dei piatti, per la detersione di superfici lavabili ma soprattutto, per l’igiene personale come spugne corpo da bagno/doccia.

ACQUISTO  

Venduta in commercio in erboristeria, negozi con cosmesi naturale e on-line, viene proposta con diversi formati e dimensioni per adattarsi in maniera versatile a tutti i tipi di persone e ai vari utilizzi.

COLTIVAZIONE DELLA LUFFA

È possibile inoltre, coltivare la propria luffa dal giardino di casa nel terreno o all’interno di vasi capienti, ottenendo così spugne vegetali sostenibili, ecologiche e a costo zero.

La coltivazione della luffa è molto semplice e adatta a tutti: si possono acquistare sia piantine già sviluppate o coltivare i suoi semi acquistabili on line e da un vivaio.

Con una semina che si effettua in primavera tra marzo e maggio e scegliendo un terreno soleggiato e ricco di sostanze organiche si ottengono delle piante di luffa comodamente nel proprio giaridino/orto.

È consigliato per i semi, lasciarli in ammollo in acqua per 12 ore circa prima di interrarli in modo da favore la germinazione.

Vista la grandezza dei fiori prodotti dalla pianta di luffa, è opportuno distanziare i semi di circa 50 centimetri l’uno dall’altro in un’unica fila oppure sistemare i semi in contenitori capienti, in caso di coltivazione in vaso.

Grazie alla sua crescita in verticale la luffa si presta molto per essere posizionata in balcone o in terrazzo (dove solitamente si ha meno spazio), basta scegliere vasi che misurino minimo 30 cm di diametro e 40 cm di profondità. Per aiutare il processo si consiglia di utilizzare materiali drenanti quali ghiaia e argilla da posizione sul fondo del vaso al fine di evitare i ristagni idrici e di arricchire il composto con terriccio composto da sostanze ricche di nutrienti.

Per facilitare la crescita della luffa si consiglia l’utilizzo di reti metalliche per far arrampicare le piante, sia in caso di piante collocate in vaso sia a terra per evitare che il peso dei frutti le distrugga.

L’irrigazione abbandonante e una regolare concimazione sono fondamentali durante tutto il periodo di crescita e sviluppo della pianta.

Anche la prevenzione dai parassiti (soprattutto il mal bianco) va fatta tagliando le parti malate e aggiungendo zolfo.

LA SPUGNA: come ottenerla

A seguito della fioritura e della comparsa dei frutti (simil cetrioli o zucchine verdi) molto verdi si lasciano maturare naturalmente fino a quando non saranno diventati marroni e secchi.

Solo allora si potranno raccogliere i frutti per lasciarli seccare per qualche giorno in un luogo asciutto.

La spugna si ottiene con un processo ben preciso:

  • Eliminazione del picciolo e della buccia
  • Estrazione della polpa dal frutto schiacciandolo più volte dal centro verso l’esterno
  • Rimozione dei semi che possono essere accantonati per una futura risemina
  • Lasciare a bagno in una soluzione di acqua e bicarbonato per qualche ora la polpa rimossa schiacciandola più volte, per eliminare impurità
  • Tagliare la spugna ottenuta in strisce da 2-3 cm legandola ad una cordicella per maggiore comodità
  • Una volta pronta al contatto sebbene sia secca e dura è pronta per l’utilizzo appena viene bagnata diventando morbida e malleabile
  • Ha anche azione esfoliante, utile per peeling e depurazione della pelle
  • Una volta utilizzata si raccomanda di asciugarla molto bene per non incorrere in batteri, muffe che potrebbero proliferare
  • Una volta vecchia e rovinata si può gettare nel compost.

Scrivi un commento

Pin It