Quante volte abbiamo sognato di poter volteggiare tra le onde come quei surfisti californiani o hawaiani.

Quante volte abbiamo sentito che il SURF non è solo uno sport, ma una FILOSOFIA, e viene spesso associato ad un concetto di forte legame spirito-natura attraverso la connessione che si instaura tra il surfer e l’oceano attraverso quel pezzo di legno tanto bizzarro chiamato tavola.

Il senso di libertà che traspare da quei volti baciati dal sole, sempre abbronzati, con i capelli arruffati e quell’area da “non ho bisogno di altro, ho tutto qui nella mia tavola” hanno fin da sempre suscitato un forte fascino su tutte le categorie di sportivi amanti della natura.

In fondo, surfare non è altro che danzare sull’acqua con l’oceano, e se pensiamo che ballare è già bello di per sé, immaginiamoci cosa possa voler dire farlo in sintonia con la natura.

Fare surf non significa solamente fare sport, ma significa riconnettersi con il proprio IO, introiettando la spinta a superare l’oceano, con la spinta a superare se stessi che in realtà è la vera sfida da superare.

E se è vero che “io credo che neanche tu hai ancora capito il vero spirito del surf. È uno stato mentale, dove prima ti perdi e poi ti ritrovi” (Dal film Point break), ognuno di noi dovrebbe provare almeno una volta nella vita questa esperienza; per crescere, per imparare ad affrontare le proprie paure, e soprattutto, per imparare a guardarsi dentro e conoscere meglio se stessi.

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