Viaggiare non è fare le vacanze, viaggiare è uno stato mentale.

Scoprire il mondo con quella voglia di conoscenza che contraddistingue i sognatori, gli avventurieri e gli esploratori. E’ quel concetto intimo e profondo di viaggio interiore, di scoperta di se stessi nel mondo, e non solo di mero turista che visita le attrazione turistiche più famose.

Il viaggiatore è un filosofo, un asceta, un cultore della scoperta e dell’avventura che mira a scoprire e conoscere le culture del posto per imparare dal luogo che sta visitando, per immergersi totalmente nei sapori, odori, colori, nei visi e negli usi e costumi della popolazione locale, che vuole entrare a far parte del posto e della sua gente, vuole capirlo e abbracciarlo a pieno in tutte le prospettive con approccio umile, non scettico, non arrogante, ma come il bambino che impara per la prima volta il nome delle cose che lo circondano.

Viaggiare significa esplorare, scoprire con tocco sincero e profondo ed entrare dentro a pieno la cultura del luogo e le sue abitudini, rispettandone le usanze, i costumi, la popolazione locale, il sacro, la religione, la natura e gli animali.

E nel momento in cui si entra a contatto con la nuova cultura, il nuovo posto, clima, colori, sapori, odori, habitat, cibo e usanze, si esce dalla comfort zone e si impara a superare i propri limiti, a conoscere meglio se stessi in contesti nuovi, a misurare se stessi in nuovi ambiti ad imparare ad apprezzare, conoscere e migliorare non solo cose nuove, ma noi stessi, il nostro IO più intimo.

Si impara a vivere le cose veramente, a pieno e non solo per circostanza, ci si misura con le lingue straniere, la cultura straniera e le persone più disparate.

Si apprendono sempre cose nuove, si impara a modulare la propria persona in base al contesto, all’interlocutore, al clima, al luogo, ai costumi e si acquisiscono delle capacità di adattamento impressionati tali che si riesce sempre a risolvere i nuovi problemi inaspettati che potrebbero sopraggiungere all’improvviso.

Si sviluppa non solo la capacità problem solving, ma vere e proprie capacità di intelligenza relazionale e sociale che permettono di relazionarsi a proprio agio sia con lo snob di Manhattan, sia con l’umile contadino del Laos.

Iniziare un viaggio è iniziare un percorso verso una nuova meta, e in primis mettersi in gioco e iniziare un percorso verso se stessi. Perché se la meta è importante, il percorso per arrivarci lo è ancora di più.

Il viaggio non è più solo la meta fisica che vogliamo scoprire e raggiungere, ma è la meta del nostro spirito, della nostra essenza più recondita.

Ogni vero viaggiatore lo sa e lo si riconosce da quella profondità negli occhi e quella calma spirituale che lo contraddistingue quando racconta dei suoi viaggi……

Noi viaggiatori lo sappiamo, che il vero viaggio non è fuori, ma dentro di noi.

Scrivi un commento

Pin It