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Medicina Estetica

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Tra la miriade di prodotti presenti nel mercato della cosmesi e in medicina estetica, si annovera un interessante prodotto innovativo, utilizzato per la biostimolazione dei tessuti senza l’utilizzo di aghi, definito spesso come nuovo TRATTAMENTO ANTI AGING ALTERNATIVO.

Visto l’arrivo della primavera è’ importante ricordarsi di programmare un trattamento di rinnovamento cutaneo che prepari la pelle per l’estate.

Una corretta idratazione cutanea è difatti fondamentale per garantirsi un utile serbatoio d’acqua in previsione dei mesi più caldi, nonché, per favorire un’abbronzatura più sicura e uniforme.

Per una biorivitalizzazione dai risultati sorprendenti si può sperimentare il trattamento PRX-T33: il peeling in grado di migliorare la pelle rendendola più luminosa, più liscia e soda, producendo un “effetto lifting” senza aghi né bisturi.

Di seguito tutti i dettagli.

DEFINIZIONE & CARATTERISTICHE[1]

Il PRX-T33 è trattamento non invasivo e indolore, corrispondete ad un peeling che favorisce la rigenerazione cutanea e rende la pelle più liscia, compatta e luminosa senza utilizzo di aghi né bisturi.

Consiste in un gel a base di acido tricloroacetico al 33% (TCA) combinato con perossido di idrogeno (H2O2) e con acido cogico al 5%, che applicato con un particolare massaggio permette di ristrutturare i tessuti, grazie all’azione dell’acido tricloroacetico che innesca nei fibroblasti e nel collagene un vero e proprio processo rigenerativo.

Questo trattamento di medicina estetica che utilizza un mix di sostanze (composto da acido tricoloroacetico (al 33%) in combinazione con acido cogico e perossido di idrogeno (acqua ossigenata)) è una valida alternativa alla biorivitalizzazione iniettiva.

Tale soluzione così composta, permette all’acido tricoloroacetico di penetrare più rapidamente nel derma senza danneggiare la pelle stessa, ma stimolando invece, la rigenerazione cutanea e riducendo gli effetti più aggressivi del peeling (come l’esfoliazione dell’epidermide).

L’azione simultanea delle diverse azioni dei tre acidi permette di ottenere dei benefici sul derma non indifferenti:

  •  L’Acido Cogico è un agente schiarente e depigmentante la cui funzione è inibire le pigmentazioni post infiammatorie.
  • L’acqua ossigenata a bassa concentrazione promuove la riparazione delle ferite, interviene nel rimodellamento della matrice extracellulare e modula l’infiammazione.

L’effetto del PRX-T33 è stimolare la cute in profondità con risultati apprezzabili fin dalla prima applicazione, senza provocare gli effetti collaterali tipici dei peeling a elevato contenuto di Acido Tricloroacetico.

Il trattamento non è doloroso e non necessita dell’interruzione della vita di relazione. Stimola il derma senza esfoliare l’epidermide.

Durante e dopo il trattamento non si è soggetti ad infiammazione, arrossamenti e infiammazioni, né fotosensibilità.

Fornisce un’importante idratazione profonda.

La pelle appare subito più turgida e levigata.  Se ripetuto settimanalmente stimola la sintesi di nuovo collagene.

Può essere utilizzato come unico trattamento o può essere associato ai più comuni trattamenti di medicina estetica in quanto ne migliora l’efficacia.

Nonostante si ottengano benefici migliori applicando il trattamento come preparazione della pelle ai mesi estivi, Il PRX-T33 può essere realizzato durante tutto l’anno, adattandosi a tutti i tipi di pelle.

BENEFICI & VANTAGGI[2]

Molteplici sono i benefici che il trattamento fornisce tramite la biorivitalizzazione cutanea:

  • Il peeling PRX-T33 è utile per ridurre le macchie della pelle, le striature, il melasma e le cicatrici da acne o varicella
  • Si tratta di un trattamento medico non invasivo che non utilizza né aghi né bisturi
  • E’ raccomandato come trattamento basico per potenziare i benefici di altri trattamenti quali filler di acido ialuronico o laser.
  • In molti casi i risultati sono immediatamente evidenti
  • E’ pressoché indolore e adatto a tutti i tipi di pelle
  • aiuta a combattere la lassità cutanea del viso e del corpo
  • Il trattamento non provoca la comparsa di ematomi o arrossamenti cutanei
  • Stimola chimicamente il derma senza produrre esfoliazione dell’epidermide
  • Può essere effettuato in ogni periodo dell’anno, anche durante l’estate
  • E’ adatto a chi si avvicina per la prima volta alla medicina estetica
  • Il ritorno al sociale è immediato

Vantaggi in breve:

  • Rassodamento cutaneo palpabile
  • La pelle appare tonica e levigata
  • È una biorivitalizzazione senz’aghi
  • Non infiamma
  • Non arrossa
  • Non esfolia
  • Non provoca dolore
  • Non richiede l’interruzione della vita di relazione
  • Non fotosensibilizza, quindi si può effettuare anche in estate
  • Indicato per viso, collo, décolleté, mani, corpo
  • Indicato per tutti i sessi, a partire dall’adolescenza

Indicato per:

  • Per levigare l’epidermide e facilitare la rimozione di comedoni e pustole
  • Nel trattamento dell’acne attiva e dei suoi esiti cicatriziali
  • Negli esiti cicatriziali da varicella
  • Prevenzione dell’invecchiamento cutaneo
  • Iperpigmentazioni cutanee solari e senili
  • Ringiovanimento di viso, collo, décolleté e dorso delle mani
  • Prevenzione e trattamento del rilassamento della cute del seno
  • Trattamento della cute ipotonica
  • Miglioramento delle smagliature

 TRATTAMENTO & MODO D’USO[3]

La tecnica di applicazione sostituisce le “punturine” e si tratta di un massaggio profondo che il medico esercita, utilizzando guanti in nitrile, secondo le linee di tensione elastica dei tessuti.

L’acido tricloroacetico (TCA) al 33% che penetra nell’epidermide innescando il processo di rigenerazione cutanea, è un prodotto in grado di stimolare e levigare la pelle in profondità.

La seduta ha una durata di circa 20/30 minuti dopo di che si può tornare immediatamente a svolgere le proprie attività quotidiane.

Nei giorni successivi al trattamento potrebbe verificarsi una leggera esfoliazione superficiale.

E’ consigliato sia alle donne che agli uomini di qualunque età.

Più nello specifico il trattamento si svolge in diversi passaggi:

  • Il medico deterge la cute con una soluzione apposita, la P Solution, un detergente a base di acido glicolico, acido lattico (azione esfoliante) acido lactobionico, acido citrico (azione esfoliante e chelante del ferro), acido fitico (azione chelante del ferro) e sodio ascorbilfosfato (antiossidante).
  • La detersione con la P Solution, uniformando il pH e riducendo lo strato corneo, migliora la penetrazione del prodotto.
  • Dopo aver tamponato la cute viene applicato il PRX-T33 che penetra nella pelle dolcemente.
  • Il medico esegue da 1 a 5 applicazioni, verificando a mano a mano la reazione cutanea, fino al raggiungimento di un turgore palpabile.
  • La zona trattata viene quindi sciacquata con acqua.
  • Al termine del trattamento con PRX-T33 stende la Crema Nutriente e Idratante Viso per pelli secche e l’ICP Cream, una crema cosmetica colorata, con filtro solare protettivo SPF50+, per uniformare il colore della pelle senza accentuarne le rughe.

RISULTATI[4]

risultati, sono visibili già dalla prima seduta, per un risultato più stabile nel tempo, è necessario ripetere le sedute ogni 2-3 settimane per almeno 4-6 volte.

Il trattamento idrata a fondo e tonifica la pelle di viso, collo e décolleté, attenuando anche i segni del tempo rughe, macchie e cicatrici. Le zone in cui trova maggiori indicazioni, oltre al viso nella sua totalità, sono il collo, dove spesso sono presenti quelle antiestetiche rughe circolari, e il decollété che presenta maggiormente i segni dell’invecchiamento cutaneo, quali pieghe longitudinali, cute poco idratata, macchie scure e capillari dovute, spesso, ad una esposizione solare esagerata.

Efficace anche sulla cute rilassata del seno, è anche un ottimo trattamento per l’acne in fase attiva, grazie alla presenza dell’acqua ossigenata che svolge un’azione antibatterica portando ad un netto miglioramento già dalla prima seduta.

I principali vantaggi del trattamento sono: indolore e non invasivo, si può fare anche d’estate poiché non è foto sensibilizzante.

 Il POST INTERVENTO[5]

Si consiglia l’applicazione, secondo la prescrizione medica, di crema nutriente e idratante viso per pelli secche 2 volte al giorno per i primi 3 giorni.

Proseguire poi con l’applicazione 1-2 volte al giorno della crema nutriente e idratante viso per pelli secche o miste in relazione al tipo di pelle.

Dal giorno successivo al trattamento con PRX-T33 applicare una volta al giorno, mezz’ora prima della crema nutriente e idratante, il fluido levigante. Nonostante il trattamento non sia fotosensibilizzante si prescrive l’uso giornaliero della foto protezione SPF50 tramite ICP cream.

Nei giorni successivi al trattamento potrebbe verificarsi una leggera esfoliazione superficiale.

CONTROINDICAZIONI[6]

  • Allergia all’acido cogico
  • Gravidanza o allattamento
  • Cute irritata/irritabile
  • Dermatite seborroica
  • Eruzioni cutanee o herpetiche in atto
  • Recente rasatura/ceretta
  • Utilizzo di isotretinoina che deve essere sospesa 15 giorni prima del trattamento.

[1] Dott.ssa Sibilla Focchi

Dott.ssa Maria Gabriella Di Russo

Dottor Michele Buratto

[2] Dott.ssa Sibilla Focchi

Dott.ssa Maria Gabriella Di Russo

Dottor Michele Buratto

[3] Dott.ssa Sibilla Focchi

Dott.ssa Maria Gabriella Di Russo

Dottor Michele Buratto

[4] Dott.ssa Sibilla Focchi

Dott.ssa Maria Gabriella Di Russo

Dottor Michele Buratto

[5][5] Dott.ssa Sibilla Focchi

Dott.ssa Maria Gabriella Di Russo

Dottor Michele Buratto

[6] Dott.ssa Sibilla Focchi

Dott.ssa Maria Gabriella Di Russo

Dottor Michele Buratto

Nel panorama della Medicina Estetica, vi sono sempre studi all’avanguardia per trovare metodi sempre meno invasivi e più naturali alla cura e al ritocco in termini di bellezza.

Protagonista indiscussa degli ultimi tempi è la BIOSTIMOLAZIONE con l’ACIDO POLILATTICO, come valida alternativa ai comuni filler.

Se l’obiettivo è ridensificare, certamente l’acido polilattico è l’elemento che sta facendo clamore all’interno dell’Universo della Medicina estetica.

Elemento già noto da qualche anno da alcuni esperti del settore, l’acido polilattico è stato impiegato dalla ricerca sotto una nuova veste, diversificandone la concentrazione, al fine di ottenere risultati e performance migliori.

Secondo le parole del Dottor Pierluigi Canta, chirurgo plastico a Roma e Napoli: “Nove centimetri cubi di questa sostanza equivalgono a nove fiale di filler a base di acido ialuronico e collage”.

Per biostimolazione si intende una interazione che si verifica a livello molecolare nelle cellule dei tessuti, modificando e condizionando lo stato intracellulare e le risposte extracellulari che si verificano durante gli stadi infiammatori, al fine di ottenere l’espressione del potenziale fisiologico di guarigione delle ferite più rapida, il tutto finalizzato al ripristino morfo funzionale di un organo.

Effettuare la biostimolazione con l’acido polilattico è davvero efficace, in quanto l’acido polilattico è tra i filler iniettabili più sicuri sul mercato e che garantiscono una pelle fresca e tonica già in sole due sedute.

Vediamo di seguito tutti i dettagli.

DEFINIZIONE & CARATTERISTICHE[1]

L ’acido polilattico Sculptra® Aesthetic (Galderma) è un polimero dell’acido lattico. Viene prodotto per sintesi chimica e ha una totale biodegradabilità e biocompatibilità se iniettato nei tessuti umani, venendo completamente riassorbito nell’arco di 18-20 mesi.

L’acido polilattico – anche conosciuto come polilattato o poli-acido lattico – è un polimero dell’acido lattico di origine sintetica.
L’acido polilattico si produce attraverso la polimerizzazione dell’acido lattico, ottenuto a sua volta dai processi fermentativi operati, generalmente, da batteri del genere Lactobacillus.

Per POLIMERIZZAZIONE sin intende: “processo chimico mediante il quale si ottiene un polimero a partire da sostanze a basso peso molecolare ( monomeri ); avviene in fase liquida solida o gassosa e in presenza o no di catalizzatori per reazione di poliaddizione o di policondensazione; quando avviene a partire da monomeri diversi è detta copolimerizzazione ; è un fenomeno essenziale nel metabolismo vegetale e animale in quanto porta alla produzione delle macromolecole fondamentali (proteine ed acidi nucleici) ed è di grande importanza industriale, perché permette l’ottenimento di tutti i polimeri sintetici”.[2]

Largamente utilizzato in medicina estetica, viene utilizzato come alternativa alla chiururgia quale metodo di filler moderno e rivoluzionario.

L’uso di questo acido è coronato da un fiorente impiego con successo per innumerevoli casi, grazie alle sue notevoli e peculiari proprietà.

Difatti, l’acido polilattico è polimero sintetico ma biodegradabile, assorbibile ed immunologicamente inerte: è immunologicamente inattivo e quindi è praticamente esente dal rischio di reazioni di tipo allergico.

Viene utilizzato a livello industriale ella produzione delle cosiddette plastiche biodegradabili o bioplastiche grazie alla sua caratteristica biodegradabilità, funzione indubbiamente utile, vista l’importanza sempre più elevata acquisita dalla sostenibilità ambientale in questi ultimi anni.

L’acido polilattico non è un vero e proprio filler, piuttosto un “biostimolante” della cute: una volta introdotto nel derma stimola i fibroblasti (cellule caratteristiche del tessuto connetivo) a produrre collagene.

Le microparticelle introdotte vengono ricoperte dai fibroblasti che incominciano a produrre collagene nuovo che va ad ispessire il derma e ad aumentare il tessuto sottocutaneo.

Quando l’acido polilattico viene riassorbito (circa 6 mesi) resta il collagene che si è formato, che si mantiene per un tempo piuttosto lungo.

La correzione non è quindi immediata, ma si manifesta nei mesi successivi a seconda della risposta del paziente e del numero di sedute effettuate.

PROPRIETA’[3]

Nel mondo della medicina estetica si conoscono i filler quali metodi efficaci quali soluzioni più conosciute per il ripristino dei volumi del volto che, a causa dell’avanzare dell’età, inevitabilmente invecchia.

Valida alternativa al lifting, l’acido polilattico (commercializzato come Sculptra ®) è utilizzato con successo per correggere imperfezioni ed inestetismi del volto, quali:

  • Rughe superficiali;
  • Piccoli solchi/pieghe naturali della pelle;
  • Piccole lesioni cicatriziali chirurgiche o lasciate dall’acne;
  • Zigomi cadenti, poco accentuati e scarsamente evidenti;
  • Mento “debole” e poco armonioso;
  • Occhiaie marcate causate dalla cosiddetta “lacrima di valle” (inestetismo tipico dell’invecchiamento, caratterizzato dal marcato assottigliamento della pelle nella zona periorbitale e dalla “discesa” della palpebra inferiore).

«L’acido polilattico è l’ideale per la biostimolazione, ovvero ringiovanire il viso, preventivamente, senza appesantirlo ed evitando di intervenire sui volumi. Si possono ottenere risultati eccellenti, grazie alla capacità della sostanza di stimolare i fibroblasti alla produzione di nuovo collagene» spiega il Dottor Canta.

La soddisfazione per questo trattamento coinvolge sia medici sia pazienti. «I risultati sono oggettivamente molto incoraggianti ed invitano sempre più ad accogliere questa nuova filosofia del benessere che apporta miglioramenti significativi della qualità della vita grazie ad un ringiovanimento molto più armonico e meno artificioso».

BENEFICI

Il risultato ottenuto avrà una durata di circa 2-3 anni, molto di più di un normale filler e sarà sempre possibile effettuare dei richiami per incrementarlo.

La sua peculiarità consiste nel ringiovanimento di aree intere del viso: tutta la regione periorale per esempio o le intere guance più che le singole rughe.

TRATTAMENTO & MODO D’USO[4]

Il trattamento consiste nell’iniettare le micro-particelle di acido polilattico, prima opportunamente diluite in acqua sterile, molto lentamente nello strato sub-dermico attraverso siringhe munite di aghi sottilissimi.

La presenza di acido polilattico nel derma stimola gradualmente (ma progressivamente) la sintesi di collagene: così facendo, è possibile apprezzare – anche se solo dopo 4/6 settimane – un considerevole aumento di volume delle aree atrofiche del volto.

Trattandosi di iniezioni, il trattamento all’acido polilattico non è completamente indolore: difatti, la maggior parte dei pazienti che richiede un simile intervento lamenta fastidio, bruciore od una spiacevole sensazione di pizzicore, sia durante che dopo l’inoculazione del prodotto sottopelle.

Per ovviare a questo inconveniente, minimizzando il dolore, la zona da trattare viene generalmente anestetizzata con sostanze ad azione anestetica locale (es. Lidocaina, mepivacaina cloridrato).

Il trattamento viene così suddiviso:

  • immediatamente prima il trattamento con l’ACIDO POLILATTICO viene fatta una pianificazione della zona da iniettare e del quantitativo di prodotto da utilizzare.
  • durante il trattamento con l’ACIDO POLILATTICO il paziente percepirà solo il pizzicore dell’ago e del materiale che viene iniettato.
  • immediatamente dopo il trattamento con l’ACIDO POLILATTICO: subito dopo l’impianto è fondamentale il massaggio fatto direttamente dall’operatore, affinchè le microparticelle di acido polilattico siano distribuite con assoluta uniformità nel distretto trattato: questo darà luogo ad un risultato uniforme ed assai naturale.

Se invece in qualche punto si forma un accumulo di acido polilattico, questo darà luogo ad un accumulo di collagene, e successivamente ad un nodulo non visibile, ma palpabile.

E’ quindi assolutamente evidente che il massaggio è fondamentale per la distribuzione uniforme del principio attivo.

Nei giorni successivi il trattamento, sarà opportuno evitare l’esposizione a temperature troppo calde o troppo fredde, e continuare per almeno una settimana ad effettuare un massaggio simile a quello fatto dal medico minimo due volte al giorno.

Il trattamento ha la durata di 30 minuti e i primi risultati saranno visibili dopo la quarta settimana dall’impianto, normalmente sono necessarie da 3 a 5 sedute per ottenere l’aumento volumetrico pianificato.

COME FUNZIONA[5]

Quale noto filler dermico che – una volta iniettato nella pelle del viso, l’acido polilattico è in grado di stimolare efficacemente la sintesi di neocollagene.

Nel dettaglio, esso è capace di promuovere l’attività dei fibroblasti, le cellule del derma deputate alla sintesi di fibre elastiche, glicosamminoglicani (come l’acido ialuronico) e, appunto, di collagene.

Nonostante si sviluppi collagene, questa tipologia prodotta non è esattamente la più indicata per l’organismo umano.

La lunga permanenza del prodotto nella pelle, infatti, induce una reazione infiammatoria che porta alla formazione di collagene di primo tipo, fibrotico per l’appunto.

Al contrario di quello di terzo tipo (detto collagene reticolare e maggiormente presente nei giovani), il collagene fibrotico è tipico della pelle anziana.

In sostanza, dopo il trattamento con acido polilattico la pelle appare più giovane, perché questo tipo di collagene indurisce e distende il derma migliorando l’estetica dal viso; tuttavia, la struttura della pelle ne esce invecchiata e più simile a quella di una pelle anziana o di una cicatrice.

Lo stesso effetto collaterale è comune ad altri tipi di filler a lunga permanenza con sostanze ad alto peso molecolare.

Per questo motivo, nei soggetti giovani, si opta sempre più per l’iniezione di sostanze a basso peso molecolare (es. frammenti di acido ialuronico) e di fattori in grado di stimolare l’attività di rigenerazione spontanea della cute.

Lo stesso effetto di stimolazione e rigenerazione si può ottenere tramite l’uso di integratori ricchi di sostanze ad azione antiossidante e antinfiammatoria, di collagene e di acido atti, è più corretto dire che è che l’acido polilattico attiva una risposta di tipo fibrotico.

RISULTATI

A differenza degli altri riempitivi dermici (es. filler all’acido ialuronico), l’acido polilattico non produce i suoi effetti soft-lifting nell’immediato periodo post-iniezione: i risultati appaiono gradualmente proprio perché questa sostanza stimola la produzione di neocollagene nel lungo termine.

I primi risultati, infatti, sono visibili solo dopo 4-6 settimane e, per ottenere l’effetto di ringiovanimento o rimodellamento desiderato, possono essere necessari 2-6 trattamenti complessivi (in base all’inestetismo da correggere).
A titolo indicativo, si stima che per ottenere un risultato apprezzabile e soddisfacente, siano necessarie almeno 3 sedute per la correzione di piccoli difetti del volto e 5-6 trattamenti per ripristinare gravi alterazioni di natura prettamente estetica (es. volumizzare mento e zigomi).
Dopo un periodo di tempo variabile dai 12 ai 30 mesi, l’acido polilattico viene completamente riassorbito dalla pelle: per questa ragione, la molecola viene considerata un filler biologico riassorbibile (nonostante alcune fonti, erroneamente, lo considerino un filler semipermanente).

VANTAGGI E BENEFICI

Perché preferire le iniezioni di acido polilattico ad un intervento di chirurgia estetica?

Le iniezioni all’acido polilattico rappresentano una importante alternativa, peraltro mini-invasiva e di lunga durata, alla chirurgia estetica per la correzione dei difetti tipici dell’invecchiamento cutaneo.

Se rapportato agli altri tipi di fillers, l’acido polilattico eccelle per più caratteristiche:

  • Lunga durata dell’effetto (12-30 mesi);
  • Scarsi effetti collaterali;
  • Qualità del materiale iniettato;
  • Biodegradabilità del prodotto.

Da non dimenticare, poi, che l’acido polilattico corregge i difetti del volto assicurando un effetto completamente naturale, senza influenzare in alcun modo la mimica facciale.

Da pochi anni a questa parte è stata ideata una nuova metodica d’applicazione dell’acido polilattico: anche glutei, braccia e cosce possono, infatti, beneficiare del trattamento con questa sostanza.

Più precisamente, le iniezioni di acido polilattico in sedi differenti dal viso, trovano indicazione per:

  • Ridurre cellulite e rimodellare la pelle a buccia d’arancia;
  • Correggere il decadimento dell’interno cosce;
  • Rimodellare l’interno cadente delle braccia.

EFEFTTI COLLATERALI

Per minimizzare il rischio di effetti collaterali, è anzitutto necessario affidarsi a chirurgi/medici estetici altamente qualificati e competenti in materia.

Detto questo, l’incidenza di effetti indesiderati – come piccoli ematomi, ecchimosi, edemi, infezioni, rossore o piccoli sanguinamenti – dopo un trattamento con acido polilattico è pressoché paragonabile a quella degli altri fillers.

Alcuni pazienti, inoltre, lamentano la comparsa di sensazioni di tensione e calore in corrispondenza dell’area in cui è stato iniettato l’acido polilattico.
Tali esiti, tuttavia, tendono a risolversi spontaneamente nell’arco di pochi giorni.

Difficilmente possono manifestarsi effetti collaterali più gravi di quelli appena elencati. Tuttavia, nei casi in dovessero manifestarsi, le cause sarebbero da ricercarsi in un’esecuzione errata dell’iniezione, più che nel polimero in sè.

CONTROINDICAZIONI

La presenza di malattie della pelle, patologie autoimmuni, neoplasie od altri disturbi maggiori costituisce un pesante limite all’utilizzo di fillers in genere, compreso quello all’acido polilattico.
In generale, l’impiego dell’acido polilattico per correggere imperfezioni cutanee è riservato ai pazienti che godono di buona salute.
Ricordiamo, inoltre, che l’acido polilattico non può essere iniettato durante gravidanza ed allattamento e nei soggetti sensibili od allergici a questa sostanza.

COSTI

Essendo un trattamento di alta medicina estetica, le iniezioni di acido polilattico non sono molto economiche: indicativamente, il costo di una seduta varia dai 400 ai 900 euro.Indicativamente, una singola seduta che comprende il trattamento completo del volto con filler all’acido polilattico ha un prezzo medio di 700-900 euro.
Nel caso si debbano trattare aree più circoscritte – come, ad esempio, i contorni della bocca o le sole guancie – il prezzo del trattamento si aggira intorno ai 300-500 euro circa.

Naturalmente, poiché solitamente sono necessarie più sedute, il costo complessivo del trattamento sarà nettamente superiore.
Il prezzo delle iniezioni di acido polilattico, inoltre, può subire variazioni anche in funzione del medico che esegue il trattamento e in funzione della struttura a cui ci si rivolge.

[1] Mypersonaltrainer.it

https://www.iclid.it

[2] Oxoford Dictonary

[3] Mypersonaltrainer

https://www.iclid.it

[4] Mypersonaltrainer

https://www.iclid.it

[5] Mypersonaltrainer

Nel mondo nella Medicina Estetica, da qualche anno è In corso una vera e propria rivoluzione in termini di scelta di processi e materiali per un approccio più naturale possibile come mai si era visto prima.

Spesso questa branca medica veniva criticata sia perché vista come portabandiera del concetto di perfezione finta e artefatta, sia per l’utilizzo di materiali considerati non propriamente biologici e naturali, poiché spesso chimici e sintetici, i cui effetti all’interno dell’organismo si percepivano come un corpo estraneo rispetto all’assetto naturale e biologico dell’organismo ricevente.

Per tale motivo, negli ultimi anni la ricerca in campo medico per la branca estetica è stata direzionata verso la ricerca di metodologie e materiali più possibile naturali e biologici.

E se pensiamo che il fine ultimo della maggioranza dei trattamenti estetici è il ringiovanimento cellulare dei tessuti dell’epidermide per contrastare l’invecchiamento e i segni del tempo con risultati ottimali e duraturi nel tempo, l’intento dei nuovi trattamenti di medicina estetica è proprio quello di donare questi effetti evitando lo stress e il pericolo di sottoporsi agli interventi chirurgici più invasivi della chirurgia estetica.

Difatti, i trend maggiori degli ultimi anni sono totalmente focalizzati nella branca della MEDICINA BIO-RIGENARATIVA su approcci più naturali con trattamenti a base totalmente naturale, mini invasivi, meno artefatti e più accettabili a livello biologico dall’organismo ricevente.

Non a caso, oggi analizzeremo il Trattamento PRP (Plasma Ricco di Piastrine) o dall’inglese “plasma rich platelet” che certamente è uno di quei nuovi trattamenti altamente naturali e sicuri con un apporto di benefici non indifferente.

Analizziamo di seguito le sue caratteristiche.

DEFINIZIONE

IL trattamento PRP detto anche “Lifting del vampiro”, è un trattamento per la rigenerazione cellullare dei tessuti dell’epidermide, con una tecnica mini invasiva, del tutto naturale e con una percentuale di complicanze ed effetti collaterali prossima allo zero.

Il trattamento sfrutta le proprietà del sangue di ricostruzione cellulare attraverso l’innesto nel paziente di una miscela di sangue prelevato precedetemene e direttamente dal paziente, arricchita con dei fattori di crescita che stimolano la rigenerazione e crescita rapida dei tessuti.

La biostimolazione dei tessuti dipende dalla stimolazione dei fattori di crescita (i mediatori cellulari che sono normalmente presenti all’interno delle piastrine), che essendo concentrati in un volume molto più basso del normale plasma ematico riescono ad effettuare una azione concentrata appunto, una volta inoculati stimolando dunque, la rigenerazione.

Il preparato di derivazione ematica (caratterizzato dall’alta concentrazione di fattori di crescita) è sicuramente il trattamento più naturale possibile da somministrare in quanto, non solo viene prelevato direttamente dal paziente, ma viene ovviamente accettato dall’organismo ricevente in maniera ottimale, essendo stato creato con la componente ematica di derivazione del paziente stesso.

L’effetto ottenuto dall’innesto del preparato è l’attivazione di processi di biostimolazione e riparazione cellulare che comportano una rivitalizzazione ed un ringiovanimento del proprio organismo a tutto tondo.

La sua peculiarità consiste nel poter combattere non solo l’invecchiamento cellulare, attenuando i segni del tempo, ma anche quello di ringiovanire letteralmente le cellule dal punto di vista fisiologico.

Gli effetti sulla pelle non sono solamente una maggiore luminosità, tonicità e tono compatto, ma l’azione di rinnovamento cellulare avviene proprio dall’interno.

CARETTERISTICHE e FUNZIONAMENTO

Questa metodica di medicina rigenerativa alla base del trattamento PRP sfrutta le proprietà rigenerative dei fattori di crescita presenti naturalmente nelle piastrine del sangue.

Il nome “Plasma Ricco di Piastrine” deriva dalla conseguente presenza di una maggiore concentrazione di piastrine rispetto alla normale concentrazione che si può estrarre dal prelievo del sangue non trattato.

In particolare, in diversi meccanismi di rigenerazione cellulare, quali ad esempio la sintesi del collagene vengono stimolati dalla azione delle cellule staminali riattivate e richiamate dai fattori di crescita aggiunti al preparato ematico.

Numerosi studi portati alla luce in famosi congressi di livello internazionale hanno rivelato gli evidenti e indiscussi risultati del trattamento PRP.

Grazie a dei prelievi bioptici (di biopsia) effettuati post trattamento si è evidenziata la presenza di collagene di nuova formazione all’interno della cute.

Si è dunque dimostrato l’effetto importante della rigenerazione cellulare e del conseguente ringiovanimento cellulare del derma da parte dell’azione dei fattori di crescita piastrinici.

La differenza tra il trattamento PRP e gli altri interventi e trattamenti di chirurgia estetica è la appartenenza del primo alla branca di metodologia biologica di Bio-rigenerazione con azione di rigenerazione cellulare delle cellule cutanee.

Grazie ad un processo di ultracentrifugazione è possibile concentrare le piastrine che normalmente vengono rinvenute nel sangue, in volumi di plasma molto contenuti, adatti ad una facile inoculazione nel paziente e aumentando così, la concentrazione delle piastrine in maniera esponenziale.

Nel dettaglio, il preparato del trattamento PRP, chiamato anche gel piastrinico o pappa piastrinica si ottiene con diversi passaggi:

  • Viene effettuato un prelievo di sangue venoso dal paziente che si sottopone al trattamento PRP, esattamente come un normale prelievo del sangue. La quantità di sangue prelevato dipende dal quantitativo di PRP da produrre: il prelievo di sangue varia da un minimo di i 15ml fino ad un massimo di 30ml. In caso di dosi maggiori o minori il medico valuterà il caso prima di procedere al prelievo in base alle necessità cliniche.
  • Il sangue prelevato viene prima depositato in un kit separatore e poi centrifugato con lo scopo di separare la componente PPP (Plasma Povero di Piastrine) dalla componente PRP (Plasma Ricco di Piastrine).
  • La centrifugazione del sangue determina la divisione del composto in 3 strati: nella parte inferiore rimangono residui di globuli rossi, in quella centrale il plasma ricco di piastrine, il PRP, e nella parte superiore il plasma povero di piastrine. Il PRP viene dunque isolato dal resto del composto
  • Il PRP viene attivato grazie all’utilizzo di un attivatore piastrinico
  • Il PRP così ottenuto viene iniettato nell’area da trattare.

La durata del trattamento è di circa 30-40 minuti.

ASSENZA DI CONTROINDICAZIONI

Non vi sono controindicazioni al trattamento, non lascia esiti post trattamento, non necessita di tempi di recupero, non è invasivo, non vi sono rischi di rigetto, allergie o reazioni immunologiche, rischi di infezione o di trasmissioni patologiche in quanto il preparato è autologo (appartiene allo stesso organismo del paziente).

Gli unici disturbi post trattamento potrebbero essere piccoli lividi o rigonfiamento da trattare facilmente con del ghiaccio per qualche minuto.

 La biostimolazione è così efficace in quanto non incorre in problematiche di rigetto (essendo il campione ematico come detto sopra autologo).

L’efficacia del trattamento dipende prettamente dalla quantità di piastrine e dalla concentrazione di fattori di crescita all’interno del campione prelevato.

L’efficacia dei fattori di crescita dipende a sua volta dalla tipologia di kit e centrifuga utilizzati e da come avviene l’attivazione delle piastrine.

Nello specifico, le piastrine o trombociti sono dei corpuscoli che circolano nel sangue responsabili dell’innesco del processo di coagulazione del sangue in caso di danni ai tessuti.

Inoltre, l’altro fattore caratteristico dei benefici delle piastrine consiste nell’essere dei serbatoi naturali di fattori di crescita che sono importantissimi per la stimolazione del processo di guarigione del tessuto leso.

Nel dettaglio, il processo di guarigione deli tessuti tesi avviene nel momento in cui a seguito di un trauma, avviene l’attivazione da parte delle piastrine del processo di coagulazione che mira ad interrompere la fuoriuscita del flusso ematico dalla zona del trauma.

A seguito dell’attivazione delle piastrine vengono rilasciati contemporaneamente i fattori di crescita al fine di avviare i processi di riparazione tissutale.

L’organismo dunque, ogni volta che si attivano le piastrine è indotto ad attivare i processi rigenerativi che guariscono e migliorano i tessuti sia interni che esterni.

Di conseguenza, l’efficacia del trattamento PRP consiste nell’indurre l’organismo ad attivare naturalmente i processi di riparazione tissutale a seguito dell’iniezione nel tessuto del composto di PRP ricco appunto di piastrine e fattori di crescita che naturalmente attivano tale processo come poc’anzi spiegato.

Impiegare terapeuticamente il fluido di PRP consiste nel dare un vero e proprio stimolo biologico nella zona del tessuto dove viene iniettato nel quale, grazie alla concentrazione di fattori di crescita si determina l’accelerazione dei processi di riparazione tissutale.

Oltre alla riparazione tissutale, il trattamento PRP comporta anche la neoformazione di nuovi vasi sanguigni e la diminuzione della infiammazione locale.

AMBITI DI APPLICAZIONE

Gli ambiti di applicazione del trattamento PRP sono molteplici: dall’ortopedia, alla medicina estetica, alla chirurgia plastica al fine di attuare la stimolazione e facilitazione dei processi di rigenerazione tissutale e di trattare le patologie articolari degenerative.

Difatti il PRP viene utilizzato per:

  • Contrastare invecchiamento cutaneo
  • Migliorare la condizione di cicatrici post acneiche
  • Migliorare la condizione di cicatrici patologiche

In particolare in medicina estetica viene utilizzato per combattere l’invecchiamento della pelle, rinnovare i tessuti e rigenerare le cellule cutanee.

Le zone che possono essere sottoposte al trattamento PRP sono:

  • Viso
  • Collo
  • Braccia
  • Interno cosce
  • Cute e capelli

CAPELLI

Nel caso di applicazione per curare anomalie sul cuoio capelluto il trattamento PRP serve a contrastare i sintomi di alopecia androgenetica (detta calvizie) dei capelli che comporta la perdita nel tempo dei capelli.

Il processo della alopecia è un fenomeno lento e progressivo a carattere involutivo e il successivo processo di miniaturizzazione del capello, per il quale esso tende a diminuire in spessore e volume fino a diventare molto piccolo e sottile portando anche alla atrofizzazione del bulbo e alla perdita del capello, ne è un suo effetto diretto.

Grazie alla capacità di neoformazione di nuovi vasi sanguigni e di diminuzione dello stato infiammatorio dei tessuti viene impiegato per favorire la ricrescita dei capelli in caso di diradamento.

Difatti, il PRP riesce ad arrestare la caduta dei capelli grazie alla rimozione degli stimoli infiammatori e dunque, dell’infiammazione responsabile della miniaturizzazione del capello, permettendo di preservare i capelli dell’uomo dai danni collaterali del testosterone.

Permette inoltre di riattivare e stimolare l’attività dei follicoli piliferi promuovendo la proliferazione di nuovi vasi sanguigni responsabili del trasporto di ossigeno e nutrienti al capello.

Il trattamento permette sia di preservare i capelli esistenti, impedendone la caduta, di irrobustire i capelli esistenti grazie alle migliori condizioni di tessuto circostante, sia di rendere i capelli più sani e forti.

Per ottenere la rigenerazione cellulare e la crescita capillare con conseguente nascita di nuovi capelli, il trattamento iniettato direttamente delle aree diradate del cuoio capelluto.

Questa metodologia è ottima anche come supporto al trapianto di capelli poiché la sua azione rigeneratrice favorisce la cicatrizzazione stimolando il metabolismo dei follicoli.

Solitamente al fine di vedere i primi risultati è auspicabile eseguire un ciclo di 3-4 trattamenti anche se già dopo la prima applicazione si notano gli effetti della riduzione della caduta e dopo 1-2 mesi si noteranno invece i risultati in termini di ricrescita.

Una volta al termine del ciclo per mantenere in risultati nel tempo si deve ripetere il trattamento una volta all’anno in un’unica seduta.

ORTOPEDIA

Nel campo ortopedico il trattamento PRP grazie alla sua azione benefica di rigenerazione cellulare viene utilizzato per il trattamento di artrosi degenerative delle articolazioni e per le lesioni cartilaginee di ginocchio, spalla e caviglia e piede.

La capacità di stimolazione di rigenerazione tissutale è molto efficace in caso di lesioni sportive quali distorsioni di caviglia, ginocchio, strappi, stiramenti muscolari e rottura di legamenti.

Difatti, grazie ai fattori di crescita si accelera il percorso di riparazione delle lesioni tendinee e si attenuano in maniera naturale i processi infiammatori, promuovendo attivamente la rigenerazione dei tessuti danneggiati, soprattutto per le infiltrazioni al gomito e ginocchio per le patologie quali gomito del tennista, infiammazione del tendine rotuleo, infiammazione del tendine d’Achille etc.

RIPARAZIONE POST CHIRURGICA

Dopo gli interventi chirurgici il trattamento PRP è utilizzato per favorire la guarigione tissutale soprattutto per la capacità di rimarginazione delle ferite al fine di favorire un pronto recupero dell’intervento.

Inoltre, la sua applicazione è efficace anche per nascondere le cicatrici di interventi di chirurgia plastica o cicatrici preesistenti sul corpo.

La chirurgia estetica affascina milioni di persone. In tutto il mondo ne fanno uso spropositato vip, personaggi famosi, personaggi dello showbiz e in generale tutte le persone che vivono di apparenza del proprio lato estetico.

La cosa a mio avviso preoccupante è che i giovani e giovanissimi, nonché la maggior parte delle persone, ricorrono sempre più spesso a ritocchi, ritocchini e trasformazioni veramente eccessivi o non necessari, rincorrendo il tanto desiderato stato fisico di perfezione propinato dai social media e dalla comunicazione mondiale.

Vedo ragazzine adolescenti o ragazze appena ventenni che come regalo di compleanno anelano al rifacimento di seno, interventi alle labbra, zigomi, il tanto amato foxy eye e mille interventi di ricostruzione di glutei, cosce e addome. Ne fanno un uso spropositato già nei primi 25 anni di vita, diventando così schiave di quel sistema finto e di pura apparenza che celebra una bellezza finta, effimera, schiava dei continui ritocchi ogni 6 mesi, con effetto barbie, bambola gonfiabile, conformato ai filtri Instagram garantito…..

Quando vedo questi eventi o queste giovani donne così vittime di questo sistema malato provo pena per loro, perché capisco quanto la loro infanzia e adolescenza possa essere stata ricca di insicurezza, quanto abbiamo vissuto male, sotto stress sempre sentendosi incapaci di raggiungere il livello desiderato o non sentendosi mai apprezzate o all’altezza dai propri genitori, amici o ragazzi.

Temo che questo sistema possa solo peggiorare e voglio lanciare un appello alle ragazze che ci leggono: vorrei che vi guardaste allo specchio e vi fissaste per due minute, poi chiudeste gli occhi e provaste ricordare tutti i vostri dettagli. Tutti quei segni sulla pelle, cicatrici, imperfezioni fanno parte di voi, e voi siete belle. SIETE BELLE COSI’ COME SIETE, perché quei particolari difetti vi rendono UNICHE, vi rendono VOI STESSE e non è vero che non avete il naso dritto, la bocca a canotto, la quarta di seno e il sedere alla Kardashian non siete belle, anzi siete MEGLIO, SIETE VERE!!!!

La prossima volta che pensate a rifarvi, pensate che facendolo perderete la vostra UNICITA’, che una volta persa non ritorna indietro.

Le tendenze in termini di medicina estetica per questo 2021 sono state certamente focalizzate sulla cura dell’occhio in particolare del contorno occhi attraverso una correzione personalizzata e delicata.

Difatti, nonostante il numero trucchi su come utilizzare il make-up per gestire le rughe o imperfezioni del contorno occhi il trend principale ormai è quello di sanare il problema a monte e non solo camuffarlo, ricorrendo alla chirurgia estetica.

“Secondo il Financial Times, in Gran Bretagna nell’ultimo anno le richieste di ritocchini da parte di donne e uomini si sono quintuplicate”.

“«Nei periodi di lockdown le persone hanno avuto molto tempo per focalizzarsi su quelli che percepiscono come inestetismi e difetti corporei. Il ricorso al ritocchino è stata la soluzione più rapida appena allentate le misure restrittive. E le richieste hanno un comune denominatore: trattamenti non invasivi e risultati che non stravolgono l’aspetto», afferma Davide Lazzeri, specialista in Chirurgia Estetica a Roma, docente universitario a contratto e autore del libro Chirurgia e Medicina Estetica dalla A alla Z”

E ancora: “L’ideale sarebbe trovare la giusta misura, senza ossessionarsi dall’aspetto, celebrando la face positivity e portando avanti la cura di sé come gesto di amor proprio. «Il progresso della tecnologia, dei materiali e delle tecniche, in sinergia con la continua ricerca, permette lo sviluppo di nuovi trattamenti più performanti, sempre meno invasivi e contestualmente più efficaci e naturali», prosegue Lazzeri. «L’imperativo oggi è rispettare le caratteristiche del singolo senza standardizzare i trattamenti e senza stravolgere l’aspetto»..”

Il focus del 2021 è stato, come dal 2019 in forte crescita, lo sguardo. Non a caso, dopo la mastoplastica additiva, la blefaroplastica è l’intervento di chirurgia estetica più richiesto, come riportato dall’Aicpe, Associazione italiana di chirurgia plastica estetica.

Le labbra sono state messe al secondo posto dagli occhi e in particolare, dalla zona del contorno occhi. Vi è da ricordare che infatti negli ultimi anni il focus della chirurgia estetica sia quello di migliorare l’aspetto della cute in termini di texture e volume.

Difatti, capire quali tecniche e materiali utilizzare, migliorare la chirurgia del sopracciglio, cantopessi, lifting medio-facciale, migliorare la correzione dei volumi con filler, medicina rigenerativa e trattamenti di Medicina Estetica mirati, sono i discorsi più gettonati delle conferenze di livello del settore.

Il foxy eye o occhi a volpe, è l’intervento più richiesto del 2021, dona allo sguardo un aspetto di profondo seducente e ammaliante, «Si utilizzano fili estetici, composti di materiale biocompatibile, che vengono inseriti per ottenere un effetto lifting immediato. Nello specifico i fili di trazione e ancoraggio tirano la pelle laterale del sopracciglio verso l’alto e mettono in tensione il canto laterale dell’occhio, producendo quell’effetto allungato nella zona temporale utile ad ottenere il cosiddetto occhio da volpe», spiega il dottor Lazzeri.”

 Infine troviamo anche la Periorbitoplastica Mininvasiva, tecnica nata in Brasile, che permette il riposizionamento del sopracciglio agendo sull’aspetto delle palpebre e eliminando anche le rughe di fondo donando maggiore freschezza e distensione al volto.

 

Credit to: https://www.vanityfair.it

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