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La Donna è Natura: in lei risiedono tutte le figure che la natura ha coniato per creare una continuazione nelle specie e per tessere legami relazionali.

Che sia una Donna  quale Madre, una Figlia, una Sorella, una Compagna, una Amica, una Amante, una Guerriera, una Donna in Carriera, che sia anche una Artista o una Scienziata premio nobel, la donna è troppo spesso criticata e sempre sotto i riflettori.

Oggi è la festa delle Donne, una festa che per molti è motivo di vanto e per altri, una sorta di raggiro in quanto la figura femminile sempre trattata con sessismo e con superiorità non dovrebbe essere celebrata quale minoranza, ma il suo valore dovrebbe essere riconosciuto ogni giorno.

In ogni parte del mondo la figura femminile ha un ruolo fondamentale, eppure ancora oggi, ci si imbatte in tantissimi pregiudizi e azioni sessiste che minano il ruolo delle donne nella società.

La donna ancora nel 2023 è vittima di sessismo, di disparità di genere e di continua critica soprattutto se parte della cerchia di ricchi, famosi o comunque in vista.

Che sia nella vita reale, sui social o negli ambienti lavorativi la figura femminile subisce continue pressioni, in ogni ambiente nel quale entra a relazionarsi.

La donna è spesso criticata in OGNI ASPETTO: se lavora troppo, se mira alla carriera, se non lavora, se lavora troppo poco, se ha studiato, se non ha studiato abbastanza, se fa figli, se non li vuole, se si sposa, se non si sposa, se guadagna tanto, se non guadagna abbastanza, se è gay, se è etero, se è fluid, se pensa troppo ai suoi bisogni, se si lascia andare e non pensa mai a se stessa, se vuole uscire con le amiche, se non ci esce mai, se ha tanti o troppo partner sessuali, se ne ha troppo pochi, se ama il sesso, se non lo ama, se ama avere hobby, se non ha hobby, se non è bella, se è troppo bella, se è rifatta, se non è rifatta, se è troppo frivola, se troppo simpatica, se troppo disponibile, se non è mai disponibile, se è troppo alta, troppo bassa, troppo grassa, troppo muscolosa, troppo magra, troppo sincera, troppo falsa, se parla troppo, se è troppo diretta, se non parla mai ecc. ecc.

IN OGNI CASO la donna viene SEMPRE CRITICATA O MESSA ALLA GOGNA QUALSIASI SCELTA ABBIA MAI FATTO.

La donna è una figura continuamente vessata da pregiudizi, ipocrisia e tante chiacchiere, troppe.

Ma se ci soffermassimo a pensare, capiremmo che la figura della donna è a tutti gli effetti, un vero e proprio mondo che racchiude in essa tutto il delicato equilibrio che si instaura nel dover gestire in una sola vita TUTTI gli ambiti della stessa: il lavoro, il marito, i figli,la famiglia, gli animali, la casa, le relazioni, le amicizie, la scuola, i parenti, le conoscenze, la carriera, la salute, gli hobby, e tutti gli ambienti sociali nei quali si entra a contatto.

La figura femminile è costretta ormai da tempo, sin dal momento della sua emancipazione nel corso del ‘900, a dover fare i conti con il continuo bisogno ancestrale di ACCETTAZIONE, CONSIDERAZIONE E RISPETTO da parte della figura maschile e ancora di più, dalla società e molto spesso dalle altre donne che sono non di rado le prime artefici di giudizi e pregiudizi.

Per tale motivo, la donna a partire dalla sua ascesa verso degli orizzonti più liberi per l’emancipazione, ha dovuto fare i conti con il fardello dei suoi lati femminili e spesso li ha dovuti storpiare, distorcere o eliminare del tutto diventando spesso una caricatura: o è diventata una barbie stupida e senza talento, una donna oggetto il cui valore le viene riconosciuto solamente dalla sua bellezza e dal suo fascino o dall’aver saputo “cogliere l’occasione giusta” oppure, la donna  ha dovuto “maschilizzare” del tutto la sua figura, soprattutto in ambito lavorativo e di carriera nel quale, se si è “troppo femmine” si viene screditate, si viene reputate stupide e frivole, non si viene rispettate e non si viene valorizzate per ruoli di leadership o comando.  Per essere una donna in carriere o brava nel lavoro si deve avere “gli attributi” e chi invece non vuole rinunciare al proprio ruolo familiare di moglie e madre viene scartata, messa da parte, subisce bullismo e mobbing, spesso ridotta a part time o riduzioni di stipendio e dimenticata del tutto, perché riconosciuta debole, senza palle e poco ambiziosa.

Le donne in ogni ambito, anche fuori dal lavoro sono diventate spesso MASCHI: in palestra notiamo sempre più donne iper muscolose, quasi maschi mancati, quasi che se si volesse un corpo femminile si verrebbe reputate meno in forma, o anche nell’ambiente dell’arte, della moda, spesso il confine tra uomo e donna è molto diminuito e alcune volte non si capisce davvero se il modello sia maschio o femmina e stessa cosa nel cinema o nel teatro dove la donna viene sempre più spesso presentata come “dura, tosta, una vera super woman”, spesso scurrile e poco femminile; o nel mondo della movida nel quale notiamo delle vere e proprie cacciatrici di uomini che ad ogni età dall’adolescenza all’età d’oro delle milf, adescano uomini su uomini, li corteggiano, li portano a letto, li sfruttano per soldi, per vantaggi, per sesso, o solo per il gusto della conquista, per tutte le fascie d’età, dai teneri fanciulli di 20-30 anni con i quali si fanno love story da toy boy, agli uomini maturi dai quali ottenere potere, vantaggi economici o esperienza.

Il punto principale, dopo aver appurato come la figura della donna sia così cambiata è: come è possibile VALORIZZARE DAVVERO LE DONNE SENZA INCORRERE NEL PECCATO DEL PREGIUDIZIO E DEI CLICHE’ secondo i quali ogni cosa la donna faccia sia sempre CRITICABILE?

Forse dovremmo tutti fermarci a riflettere che le donne NON DEVONO giustificarsi per ogni scelta facciano, non devono per forza rispecchiare dei canoni e che come per gli uomini, essi possono essere definiti tali, proprio perché LIBERI DI SCEGLIERE ed AGIRE senza alcun limite, anche le donne dovrebbero avere eguali diritti in merito!!! E che non serve ogni volta lottare per ottenere tale diritto ma dovrebbe essere la normalità.

Se ricordassimo a noi stessi che ogni donna ha il DIRITTO di essere se stessa come vuole, secondo la sua indole, secondo i suoi gusti, le sue particolarità e i suoi desideri e che nessuna donna dovrebbe scegliere mai e per forza a quale categoria di donna appartenere e dunque, scegliere se essere più femmina, più madre e moglie o attribuire a se stessa dei ruoli più maschili solo per essere rispettata in società.

E proprio in questa giornata dedicata alle donne il gesto più bello che potremmo volgere ad una donna è senza dubbio il ricordare sempre che ESSERE DONNE non è un dovere né una scelta, ci si nasce, ma un PRIVILEGIO e che  essere donne come si vuole è un DIRITTO, che nessuno dovrebbe mai dimenticare.

 

 

 

Chi di noi in questi giorni non è piacevolmente vittima del tormentone Netflix con il filone delle truffe sia al femminile, sia al maschile, dei due capolavori della serie Netflix Original “Inventing Anna” e il “Truffatore di Tinder”.

Irremovibili dallo schermo, ci siamo lasciati trascinare in quello che è senza dubbio ciò che si chiama FENOMENO TELEVISIVO con una serie e un film rispettivamente, molto interessanti e davvero pungenti, disarmanti, crudi, una fonte e spunto per riflessioni più profonde.

A prima vista, potrebbero sembrare due classici film o serie basati sulla truffa, sull’illusione della ricchezza facile e veloce, ma a ben vedere, sono un lungimirante dipinto della nostra società con spaccati di vita odierna che a noi personalmente hanno fatto riflettere.

Lungi da noi il voler fare spoiler per chi ancora non abbia avuto il piacere di vedere questi due titoli, ma non possaimo fare a meno di considerare come il Culto del Dio Denaro al giorno d’oggi abbia portato due giovani millennial, perché in entrambi i casi ambedue i protagonisti hanno meno di 30 anni, a essere fagocitati letteralmente dalla brama di fare soldi facilmente e velocemente ingannando la società e il prossimo.

E la domanda che sorge spontanea è: quali valori hanno i giovani di oggi se la loro massima aspirazione è quella di diventare ricchi ad ogni costo, fare la bella vita sfruttando i meccanismi della società a discapito di tutti e tutto?

Possibile che le nuove generazioni vivano solo di apparenza, immagine, finzione e sono pronti a fare carte false (letteralmente in questi due casi del film e della serie) per ottenere ricchezza, fama, status symbol, senza alcun duro lavoro, impegno e sacrificio?

IL CULTO DEL DIO DENARO

Certamente la nostra società non aiuta le generazioni dei giovani, poiché viviamo in un mondo di social, di Instagram, di Tik Tok, di pura finzione, di ostentazione di ricchezza, di soldi facili, di beni di consumo di ogni sorta,  case, macchine, outfit, accessori, vacanze, finanche di animali, tutto rigorosamente di extra lusso.

Le persone usano filtri per il proprio viso sulle storie dei social, ritoccano le foto, i video, ritoccano i post, usano la finzione e l’arte del camuffare per ogni cosa, dai vestiti firmati falsi ai ritocchi sul proprio viso e corpo di chirurgia estetica.

Si vive di finzione, di apparenza, ogni cosa deve essere perfetta: la casa, la famiglia, il partner, la macchina, gli outfit, gli accessori, i locali, gli hotel, i posti che si frequentano, la gente con cui si esce, tutto deve essere rigorosamente cool, al top, sempre al meglio, ad maiora, sempre more.

I giovani di oggi sono già a 25 anni completamente camuffati, rifatti dalla testa ai piedi: seno finto, labbra finte pompate a canotto, naso rifatto, zigomi rifatti, filler e punturine già dai 20 anni, liposuzione, extension ai capelli, extension ciglia finte, sopraccigli finte, unghie finte, protesi al gluteo e molto altro.

A 18 anni le ragazzine come regalo non vogliono più il viaggio con le amiche, vogliono il reno rifatto come le showgirl, vogliono la prima punturina, vogliono la borsa che porta la Ferragni.

Tutti i giovano soprattutto le ragazze teenager ostentano atteggiamenti da grandi già a 14 anni, da sex bomb, da fatalone del rimorchio come fossero delle femme fatale esperte di sesso e uomini fin dalla pubertà.

Il sentimento dell’amore, la ricerca del vero amore o in generale una relazione basata sui sentimenti non sono neanche più contemplate.

Non si ha più il ragazzetto o la ragazzetta del liceo, il primo amore, il primo bacio, ormai a 20 anni si ha già la lista dei numerosi incontri botta e via o di fugaci relazioni vane e senza senso, lunga come la lista delle spese la domenica per la settimana.

Si vive perennemente attaccati al mito del culto del Dio Denaro, tutto è legato ai soldi, tutti vogliono essere ricchi e fare la bella vita.

I modelli che ci propinano sono le influencer come Ferragni, le Kardashian, le supermodelle, le showgirl, personaggi televisivi, gli atleti del MBA, del calcio, i ricchi in generale che sempre hanno tutto e il meglio.

Sfogliando i social si ha l’impressione di vivere nel mondo perfetto, si trovano solo post di gente felice, in posti super cool, sempre coppie in posa che sembrano super innamorati e poi si odiano e si tradiscono alle spalle che ostentano la loro “bellezza” solo per farsi notare, amiche in posa con i labbroni gonfiati a bocca di gallina, famiglie in posa per farsi notare, donne perennemente seminude che mostrano quanto sono belle e sexy con scuse di paesaggi solo per farsi notare, per mettersi in mostra in vetrina, come fossero delle bambole vuote.

Le donne maggiormente sono vittima di questa continua ostentazione, sia giovani che mature (le cosiddette MILF che ormai spopolano sui social per le loro pose osè, di ostentazione di giovinezza a tutti costi sempre e comunque, mangiatrici di uomini più delle 20enni), sono un esempio lampante del degrado della figura femminile nel nostro tempo.

I valori di semplicità, amore vero, purezza, onestà, fedeltà e amore per il bello naturale ormai sono confinati ai quei pochi solitari sognatori che seguono spesso l’arte del viaggio, della meditazione, degli sport all’aria aperta, che vivono di poco con il mantra less is more, ma che sono ricchi di vita, passioni, esperienze e che amano se stessi e gli altri donando al mondo la loro parte con amore e sincerità.

Vedendo il mondo dei social, tutto filtri e finzione al confronto le nostre vite sembrano vuote, problematiche, prive di significato poiché la vista di tutta quella “perfezione” induce le persone all’insoddisfazione, all’infelicità, a non essere grati di ciò che si ha, al volere sempre di più e non averne mai abbastanza, portando spesso a stress, ansia e depressione.

Si sviluppano sentimenti di invidia, energie negative verso se stessi e verso chi ha più di noi alimentando rabbia frustrazione, cattiveria e vera e propria crudeltà.

Non a caso dilagano i casi di bullismo, di violenza sulle donne sia fisica sia verbale, di depressione tra gli adolescenti, di aggressività fisica, psicologica, e virtuale (gli haters e i loro attacchi virtuali cattivi e meschini).

Dunque, non risulta difficile credere che due personaggi come Anna (di Inventing Anna) e il ragazzo protagonista del Truffatore di Tinder abbiamo scelto a soli 20 anni di fingersi per quelli che non erano al fine di ottenere facili guadagni, ricchezze e status symbol attraverso gli strumenti della truffa e del raggiro.

Fingersi una ricca ereditiera tedesca per poter entrare nella alta società Newyorkese di Manhattan, conquistare uno status e addirittura, vivere per mesi in hotel a 5 stelle senza mai pagare il conto (o pagando con finti bonifici), comprare vestiti per migliaia di dollari (frodando con le sue stesse carte di credito, una vecchia ricca signora sua mentore o sperperando alcuni fondi che la banca le aveva concesso come anticipo), fare voli su jet privati solamente perché sembrasse essere una vera ricca senza saldare il conto e convincere tutti della propria provenienza ricevendo favori e molti soldi da tutti coloro che la protagonista ha come contatto, sono un esempio lampante di come il culto del Dio Denaro permetta a chi ha fegato, acume, pelo sullo stomaco e savoir-faire di ingannare la società con i suoi stessi raggiri.

La protagonista, fingendosi molto ricca riesce a fare credere a tutti di possedere un Fondo Fiduciario in Germania al quale non può accedere prima dei 25 anni, convincendo dapprima, il suo nuovo fidanzato, che in preda al lancio della sua start-up possiede dei fondi dai suoi finanziatori che sperpera per mantenere il loro stile di vita e mantiene Anna per due anni in giro per il mondo, facendo insieme a lei la bella vita tra hotel, yacht e soggiorni di lusso.

In un secondo tempo, l’abilità di Anna è tale, da riuscire a convincere banche e broker finanziari di Wall Street di possedere questo fondo tedesco (attraverso e-mail, documenti finti e addirittura spacciandosi con un simulatore per la distorsione della voce per il suo agente tedesco responsabile del Fondo), tanto da permetterle quasi di ottenere un finanziamento di 44 milioni di dollari da diverse banche per l’apertura di un nuovo locale esclusivo per l’elitè culturale di Manhattan (per il quale tramite conoscenze facoltose con le quali era entrata in contatto con l’inganno spacciandosi per un ricca benestante, era riuscita a mettere su un team per la costruzioni e all’allestimento del locale tra cui chef, architetti, agenti immobiliari e esperti di moda di fama mondiale); che avrebbe consolidato e coronato il suo sogno di diventare una imprenditrice di successo a New York.

L’ardire di Anna è talmente grande da voler truffare anche le sue amiche, con le quali fa un viaggio in Marocco in un hotel extra lusso per il quale la sua carta di credito non risulta valida ovviamente (in quanto vuota) e che costringe la sua amica ad utilizzare la propria carta di credito e quella aziendale della società per la quale lavora, per un valore di spesa di 60 mila dollari che ovviamente, non le vengono restituiti da Anna e per i quali, la sua amica finisce sotto accusa dalla propria azienda rischiando il licenziamento e denunciando Anna con un articolo finito su Vanity Fair, che le permetterà di ricevere un risarcimento e uscire dai guai con l’azienda.

Grazie a questa denuncia Anna è ormai in trappola e costretta a scappare inizia il tuo declino.

Alla fine, non riesce ad ottenere i Fondi per poco (per un orpello burocratico), viene smascherata perché non salda i conti degli hotel in cui alloggia da troppi mesi e con le banche che le negano il credito, non riesce a continuare la farsa, facendola finire in prigione sotto processo per il quale sarà riconosciuta colpevole di frode per molti capi di accusa.

Allo stesso modo, il protagonista di Tinder riesce a fare la bella vita viaggiando tra le capitali di tutta Europa, spacciandosi talvolta per un ricco magnate del commercio dei diamanti, una spia israeliana del MOSSAD , un militare di alto rango, un business man, ingannando giovani donne accalappiate su Tinder mostrando loro una vita ovattata e costellata di soldi e mondanità per attirarle nella propria rete, offrendogli viaggi e soggiorni in hotel e ristoranti a 5 stelle o promettendogli case lussuose per una finta convivenza futura; alle quali poi chiede migliaia di dollari come aiuto per sfuggire da situazioni di pericolo inventate a puntino come scusa plausibile per la richiesta di denaro.

Il protagonista truffa per milioni di dollari tantissime donne usando le loro carte di credito, facendole indebitare con mutui e prestiti o facendosi inviare soldi cash senza mai restituire le somme ricevute, con un sistema a catena Pozzi che permette di fare la bella vita con una donna grazie ai soldi prestati da un’altra donna, per poi truffarne altre ancora, facendosi prestare soldi da tutte per mantenere le nuove donne e il proprio stile di vita tra feste, cene, hotel, vestiti, jet e yacht, in un loop continuo che si reitera sempre.

Quello che sconvolge maggiormente non deve essere che una giovane brillante di talento abbia ingannato politici, banchieri, personaggi della alta società o che un giovane riesca a spacciarsi per un ricco imprenditore per avvicinare donne ingenue da sfruttare, del resto i truffatori ci sono sempre stati; ma ciò che dovrebbe colpire davvero è che questi due personaggi ci siano riusciti perché la società glielo ha permesso.

Come è stato possibile vi chiederete.

E’ stato possibile perché in una società basata sulla finzione e sull’ apparenza, avere i giusti vestiti, il giusto look, conoscere le modalità di vita della alta società, sapere come comporsi con i ricchi, conoscere i loro usi, costumi, cosa mangiano, cosa bevono, frequentare i locali giusti, con la gente che conta davvero, i VIP, sapere cosa è considerato di lusso, chic, alla moda, cosa invece è pacchiano, kitsch, e fuori luogo, avere dei profili social molto appariscenti, ben costruiti, permette di costruire una identità completamente fasulla basata sulla finzione che però viene presa in considerazione da tutti perché è il modello stesso frutto della nostra società.

Essere ricchi, belli e famosi oggigiorno è alla portata di tutti coloro che con audacia e determinazione, sappiano fare i passi giusti e sappiano usare l’arte della simulazione al meglio come arma.

Del resto tutti i personaggi di successo solitamente ricorrono alla chirurgia per migliorare il proprio aspetto, fanno carte false per entrare nel giro giusto e magari frequentare il tipo giusto come aggancio per entrare nel mondo di quelli che davvero contano.

Siamo circondati dalla simulazione, dalla falsità dalla ostentazione e apparenza e non ci deve suonare strano che due tipi come questi descritti da Netflix siano due giovani millennial che invece di investire nello studio, nella carriera basata sul sacrificio e sulla dedizione, abbiamo usato gli strumenti moderni dei social e della tecnologia per ingannare al meglio.

Questo aspetto è ciò che dovrebbe spaventarci, pensare che i giovani di oggi abbiamo come modelli personaggi così.

La cosa interessante è che entrambi questi due protagonisti hanno cambiato i loro nomi e hanno origini umili e povere: lei russa di una povera cittadina della Germania centrale, figlia di immigrati russi in Germania, paese dal quale scappa perché sempre emarginata e considerata strana e diversa; lui povero israeliano della periferia della città di Tel Aviv, che inizia a truffare a 16 anni cambiando nome fin da subito e scappando da Israele.

L’EPILOGO SESSISTA DELLA NOSTRA SOCIETA’: differenza tra uomini e donne nel mondo della Truffa

Ancora più interessante è l’epilogo sessista della storia di questi due truffatori.

Lei accusata di frode per diversi capi di accusa, finisce in prigione per 15 anni, ridotti a 5 e dopo qualche anno, poiché avente un permesso di soggiorno scaduto, viene deportata in un luogo bunker per chi non ha più i documenti per rimanere negli Stati Uniti e viene lasciata a morire là senza supporto o aiuto.

Lui, accusato di frode per 10 anni, esce dopo soli 5 mesi, mantiene il suo nome inventato, apre la sua start- up per la consulenza strategica per tutti gli imprenditori che vogliono avere successo e fare soldi facilmente, diventa un mental coach e mantiene il suo profilo Instagram da 100 000 followers facendo ancora la bella vita in giro per l’Europa.

Mentre la donna riceve un trattamento quasi fosse una strega da mettere al rogo, l’uomo invece non solo esce prima senza scontare le sue colpe, ma diventa un Guru del facile guadagno, un esempio, un Mentore che la gente segue e paga sborsando per il suo corso ben 400 dollari!!!

Questo esempio dimostra come ancora oggi lo stigma della diversità di genere abbia il suo peso non indifferente, non solo nelle pene che si attribuiscono a due truffatori di sesso diverso, ma anche ai commenti al concetto di truffa in sé.

Vi sono diverse ingiustizie molto sessiste:

  • Moralmente a primo impatto Anna è una truffatrice che merita la galera e viene subito additata come colpevole dalla opinione pubblica.

Tuttavia, se analizziamo più a fondo la cosa, sebbene abbia inventato di possedere denaro, in realtà ne è stata costretta (se vogliamo) dai termini che la società impone per chi vuole un prestito dalle banche. Anna difatti, lo ha dovuto fare per avere la solita garanzia che le banche chiedono per fornire del credito e ottenere dei fondi che le avrebbero permesso di diventare una imprenditrice di successo. Questo successo inoltre, avrebbe dato lavoro a molti professionisti e avrebbe anche giovato e arricchito tutti coloro che la avevano supportata credendo nella validità del suo progetto. Dopotutto, il suo progetto avrebbe davvero arricchito tutti e non sarebbe stato una perdita, anzi un guadagno.

Se le banche avessero concesso fondi alle imprese start-up senza chiedere garanzie probabilmente Anna non avrebbe simulato il possesso di un fondo, avrebbe ricevuto il credito e avrebbe fondato la sua nuova società portando guadagno e successo a tutto il tuo entourage. Quindi, se la vediamo da un punto di vista capovolto, è la società che obbliga Anna a simulare la ricchezza, senza la quale non si possono chiedere fondi per aprire una società e diventare una imprenditrice di Successo.

  • Al contrario, il truffatore di Tinder, non solo truffa le donne per il solo scopo di divertirsi e fare la bella vita senza portare giovamento alcuno a nessuno se non a se stesso a discapito di tutte le donne con le quali ha relazioni, raggira, truffa e tradisce, ma viene anche liberato e reinserito in società quasi fosse un Dio del denaro, che non solo ha truffato il sistema uscendo illeso dal sistema giudiziario, ma al quale si concede anche la seconda occasione diventando addirittura un Guru del business!
  • Ad Anna la si rinchiude in un bunker per sempre, apolide e senza via d’uscita, al truffatore si permette di diventare un mentore nel mercato del business e si giudicano le donne che sono state da lui truffate come delle “idiote” perché fatte abbindolare dall’uomo ricco e dalla bella vita da mantenute che da brave “opportuniste” bramavano tutte.

Si continua a vedere le donne solo come cacciatrici di soldi, denaro, bella vita, truffatrici camuffate da donne in cerca di marito mentre l’uomo può truffare ingannare e poi farla franca.

Certamente sono d’accordo nel dire che queste donne truffate si sono lasciate truffare facilmente non solo per ingenuità, ma perché ancorate al concetto che l’uomo ricco con la vita di lusso sia più auspicabile rispetto ad un uomo senza status sociale che non promette altro che sacrifici e una vita semplice.

TUTTAVIA, la della nostra società è questo: le donne cerano e vogliono l’uomo ricco di successo con i soldi, solo per fare la bella vita che si vede ogni giorno e si desidera dai social, dai Media, dai modelli; e non cerano più un uomo buono, che le ami, le rispetti, che voglia la famiglia e si prenda carico dei bisogni dei propri cari.

Troppo frequentemente si preferiscono gli uomini dal facile guadagno, spesso anche sporco, all’uomo onesto e questo modello, è quello che viene propinato alle nuove generazioni di continuo.

Non vi è da stupirsi se uomini come il Truffatore di Tinder hanno potuto fare tali truffe.

Nonostante ciò, rimane la scottante differenza che ancora oggi dilaga del trattamento di una donna colpevole di truffa rispetto un uomo colpevole dello stesso misfatto.

 La prima additata a vita e ricoperta di uno stigma che mai le toglieranno: la finta ereditiera tedesca truffatrice.

Lui come il truffatore di Tinder che insegna alle nuove generazioni come fare soldi.

Queste differenze non possono non farci riflettere sul fatto che ancora oggi la donna non riceva un trattamento eguale neanche se meno colpevole di un uomo.

Questa disparità rappresenta l’aspetto per il quale il genere femminile sia discriminato e meriti di avere la giusta risonanza, per la quale ogni donna deve combattere giorno dopo giorno sul luogo del lavoro, in famiglia e in società.

Quando si parla di salute è fondamentale informarsi correttamente sui temi da affrontare.

Essere pronti ad affrontare qualsiasi malattia o problema fisico non è mai facile, ma con la giusta informazione e prevenzione è possibile affrontare le tematiche di salute al meglio.

Oggi parleremo di un Tema Femminile ma non solo, a cui molte donne e ormai anche uomini, stanno dando sempre più attenzione e la cui risonanza in termini di prevenzione sta prendendo piede sempre di più: il Papilloma Virus e i tumori genitali ad esso legati.

Molte donne lo conoscono e lo temono, ma non tutte sanno che è possibile combatterlo e prevenire le malattie devastanti che comporta.

Difatti, la crescente attenzione che si sta destinando al tema dell’HPV dipende dal fatto che l’infezione da papilloma virus umano è ormai molto comune nella popolazione ed è responsabile dell’insorgenza di svariati tumori, non solo femminili come quello al collo dell’utero, ma anche maschili e comuni dunque, ai due sessi.

Per tale motivo, è importante conoscere e prevenire le infezioni da HPV per entrambi i sessi e fin dalla prima adolescenza.

Si stima difatti, che circa l’8,5% di tuti i tumori sia legato alla presenza dei virus, che solitamente attraverso differenti processi infettano le cellule sane e attuano i processi di formazione del cancro sfruttando le cellule infettate come base.

Di tutti i virus responsabili delle forme tumorali, i ceppi del Papilloma Virus Umano sono responsabili di circa il 20 per cento dei 31.000 casi di tumore causati da virus che si verificano ogni anno.

Se per molti anni la ricarca si era focalizzata sullo stretto legame tra i papilloma virus e il tumore della cervice uterina, oggi, si è compreso che la portata dell’infezione del virus non tange solamente questo tumore e altri tumori femminili, ma una serie di tumori sia femminili, sia maschili a livello della zona genitale.

Da qui l’importanza di conoscere il virus, studiarlo e sapere come prevenire i possibili tumori correlati.

Di seguito riportiamo maggiori dettagli.

CARATTERISTICHE del VIRUS

Il Papilloma Virus Umano (Hpv, Human Papilloma Virus), è un ceppo di virus a dsDNA appartenenti alla famiglia Papillomaviridae.

Per viurs a dsDNA-RT o dsDNA intendiamo quelli che appartengono al settimo gruppo nella classificazione di Baltimore. Non sono considerati virus a DNA, poiché trascrivono il virus replicandosi attraverso un intermedio RNA. Il gruppo comprende le famiglie Hepadnaviridae e Caulimoviridae.

Il papilloma Virus non è un unico virus distinto ma una vera e propria famiglia di virus: sono stati classificati e riconosciuti circa 120 tipologie (sierotipi o ceppi) di papilloma virus, divisi in 16 gruppi designati progressivamente con le lettere da A a P in base alle omologie di sequenza del DNA.

Alcuni ceppi sono stati designati a “basso rischio” poiché non sono solitamente associate allo sviluppo di forme tumorali, altri come ad “alto rischio” poiché sono potenziali fattori di insorgenza del tumore.

Circa 20 ceppi sono stati designati come quelli altamente pericolosi perché degenerano in tumori a livello della cervice uterina, della vulva e della vagina nella donna, del pene nell’uomo, dell’ano e del cavo orale in entrambi i sessi.

Nel dettaglio:

  • le varianti HPV 6 e HPV 11 sono due delle più note tipologie a basso rischio, responsabili della formazione di verruche e condilomi genitali.
  • HPV 16 e HPV 18 rappresentano i più comuni ceppi ad alto rischio, causando circa il 70% dei tumori della cervice uterina e la maggior parte degli altri tumori legati all’infezione.

La classificazione del virus è tra virus cutanei o mucosi a seconda del tessuto sul quale si sviluppano in maniera precisa.

Le infezioni da HPV sono parte del gruppo delle infezioni trasmissibili per via sessuale molto diffuse nella popolazione al giorno d’oggi.

Si stima infatti, che circa 8 persone su 10 nel corso della vita entrano in contatto con uno di questi virus, che si trasmettono soprattutto per via sessuale.

Difatti, solitamente l’infezione si sviluppa e si estingue da sola all’interno del corpo senza effetti o sintomi in un periodo di circa due anni.

Questo accade perché il sistema immunitario, una volta che il virus entra in circolo riesce a riconoscerlo e individuarlo come pericolo da combattere e neutralizza l’infezione nel corso del tempo senza bisogno di azioni esterne aggiuntive.

Tale azione del sistema immunitario accade anche nei confronti delle tipologie pericolose ad alto rischio, ma non sempre purtroppo riesce efficacemente a distruggerle.

Nonostante l’infezione sia spesso transitoria e di passaggio all’interno del corpo, priva di sintomi evidenti e facilmente ostacolata e risolta dalla azione degli anticorpi interni, può dare lesioni benigne alle mucose e alla cute se l’infezione si prolunga nel tempo.

Nei casi più difficili nei quali l’azione del sistema immunitario non riesca a debellare il virus in maniera rapida, l’HPV può determinare l’insorgenza di forme tumorali genitali sia femminili sia maschili, in particolare del tumore della cervice uterina (o tumore al collo dell’utero), la neoplasia più famosa citata e collegata direttamente al virus.

Difatti, sebbene la maggior parte dei virus della famiglia del Papilloma causi malattie non gravi, quali ad esempio le verruche cutanee; alcuni possono causare tumori benigni come il condiloma genitale e anche maligni come il cancro al collo dell’utero, al cavo orale, all’ano, all’esofago e alla laringe.

TRASMISSIONE dell’INFEZIONE del VIRUS e STRUMENTI PREVENTIVI PER INDIVIDUARLA

I virus da HPV si trasmettono e contraggono tramite contatto diretto (sessuale, orale e cutaneo) o in luoghi poco puliti (ad esempio bagni pubblici non disinfettati a norma).

Sono presenti in liquidi biologici quali saliva, sperma o sangue, sebbene non sia chiaro se e come sia possibile infettarsi tramite questi fluidi.

Il rischio di contrarre una infezione da HPV aumenta con il numero dei partner sessuali, ed è massimo tra i giovani adulti (20-35 anni).

Il virus viene riscontrato maggiormente tra le popolazioni promiscue e in condizioni precarie di igiene.

L’uso del profilattico non sembra avere azione protettiva completa in quanto l’infezione è spesso diffusa anche alla cute della vulva e del perineo.

L’infezione da HPV è asintomatica nella maggioranza dei casi, ma alcune volte presenta dei sintomi quali condilomi acuminati in sede genitale (pene e vulva, perineo).

Gli strumenti per riconoscere le lesioni da HPV del collo dell’utero sono pap test, la colposcopia o tecniche di patologia molecolare, mentre per le lesioni del pene si utilizza lo strumento della penescopia.

Per condilomi si intende: escrescenze della pelle di tipo verrucoso che colpiscono di preferenza le zone genitali, sia nel maschio (glande, meno frequentemente sotto il prepuzio, corpo del pene e scroto) sia nella femmina (perineo, vulva, vagina e cervice uterina).

L’importanza di sottoporsi a tali esami con regolarità è fondamentale sia per uomini sia per donne, poiché con questi strumenti di prevenzione di check-up e routine annuali è possibile evitare l’insorgenza di numerosi tumori pericolosi.

L’impatto sulla popolazione dell’HPV è notevole: si stima che ogni anno, in Italia, sono circa 3.500 le donne che si ammalano di cancro del collo dell’utero.

Si stima inoltre, che il 75% della popolazione entri in contatto con il virus almeno una volta durante la sua vita.

Si calcola anche, che oltre il 70% delle donne contragga un’infezione genitale da HPV nel corso della propria vita, ma che nella maggioranza dei casi fortunatamente, l’infezione è destinata a scomparire spontaneamente nel corso di pochi mesi grazie all’azione del sistema immunitario.

Solo in caso di persistenza nel tempo di infezioni di HPV ad alto rischio oncogenico è possibile, in una minoranza dei casi e nel corso di parecchi anni, lo sviluppo di un tumore maligno del collo uterino.

L’infezione da HPV può essere contratta anche dalle donne in gravidanza con possibili contagi e ripercussioni al feto non idifferenti. Anche in gravidanza è possibile contrarre sia i ceppi ad alto rischio, sia quelli a basso rischio ma con la differenza che in dolce attesa, le lesioni si presentano in maniera più estesa e visibile.

La trasmissione dell’infezione al feto avviene tramite il canale del parto e può provocare la papillomatosi respiratoria ricorrente giovanile e condilomatosi genitale nel nato, tuttavia si consiglia il parto cesareo solo in caso di lesioni molto estese che ostruiscano il canale del parto.

Oltre agli strumenti sopra citati quali pap test e colposcopia e penescopia, un altro e ancora più efficace metodo per riconoscere la presenza del virus è una serie di test molecolari HPV DNA Test.

Questi test sono sempre più diffusi a livello mondiale e sul tale argomento il Gruppo Italiano Screening del Cervicocarcinoma (GISCI) riporta:

“La ricerca scientifica ha dimostrato che il test HPV è più efficace del Pap test per la prevenzione del cervicocarcinoma, in Italia sono stati avviati i primi programmi di screening con test HPV, un esame molecolare di laboratorio che consente di individuare la presenza del virus prima che provochi alterazioni nelle cellule. Il test HPV per essere efficace deve essere fatto all’interno di un programma organizzato che garantisce protocolli e controlli di qualità adeguati. In questo nuovo programma il Pap test non scompare ma diventa un esame di completamento (Pap test di triage) che viene letto solo nelle donne risultate positive al test HPV.”

“Esistono quasi duecento HPV DNA Test in commercio, la maggior parte dei quali si basa sull’analisi di cellule prelevate dal tessuto della cervice uterina effettuato mediante strumenti simili a quelli utilizzati per l’esecuzione del Pap test, come la spatola di Ayre.

Molti dei test molecolari sono in grado di rilevare la presenza o assenza dei genotipi dei principali Papillomavirus ad alto rischio, senza specificarne il genotipo.

Altri test, denominati test di genotipizzazione dell’HPV, sono in grado di fornire informazioni sul ceppo presente nell’infezione, anche in caso di infezione multipla.

Recenti studi hanno dimostrato che genotipi diversi di questo oncovirus hanno un diverso potenziale di trasformazione tumorale (cancerogenesi), e ciò potrebbe essere utile in fase di triage e follow-up.[1]

TERAPIA

L’HPV come tanti virus ad infezione virale è problematico dal punto di vista del trattamento in quanto non esiste una vera e propria cura.

Sebbene la maggior parte delle infezioni regredisca spontaneamente, alcuni casi richiedono dei veri trattamenti mirati.

In caso di infezione al collo dell’utero non sono presenti vere e proprie cure né trattamenti non invasivi ad alta efficacia. In caso l’infezione abbia causato solo delle modificazioni precancerose dell’epitelio è possibile utilizzare la laserterapia e conizazione (la resezione di una piccola parte della cervice uterina per asportare la parte di lesione che potrebbe essere o diventare maligna e portare alla formazione del tumore. In caso di condilomi acuminati di vulva, pene e perineo si utilizzano le tecniche di laser, l’elettrocoagulazione (una tecnica di elettrochirurgia che utilizza corrente elettrica per coagulare i tessuti che devono essere rimossi), alla crioterapia (terapia del freddo) o ad applicazioni di podofillina (principio attivo per distruggere i condilomi).

HPV E LE DONNE: il TUMORE DELLA CERVICE UTERINA

Come responsabile del tumore della cervice uterina, il Papilloma Virus è la causa maggiore nel 100% dei casi.

Tale tumore colpisce in Italia 2.300 persone ogni anno e rappresenta il 2 per cento di tutti i nuovi tumori nelle donne.

Mentre nei paesi occidentali grazie alla diagnosi precoce e alle verie forme di prevenzione la mortalità causata da questo tumore sta diminuendo progressivamente negli ultimi anni, nei paesi in via di sviluppo con basso e medio reddito secondo l’Organizzazione Mondiale della sanità il 90 per cento dei 270.000 decessi per tumore cervicale del 2015 ha interessato proprio queste zone del pianeta.

Indipendentemente dall’area geografica in cui si vive, evitare l’infezione da HPV è importante per prevenire il cancro della cervice uterina, che è più frequente tra le persone più giovani e meno in quelle di età superiore a 50 anni.

La trasmissione dell’HPV, condizione necessaria perché si sviluppi il tumore della cervice uterina, è purtroppo più comune tra i giovani a causa di diversi fattori che possono favorire la persistenza dell’infezione e in seguito anche lo sviluppo del tumore.

Le maggiori cause sono:

  • Un numero elevato di partner sessuali.
  • la giovane età all’inizio dell’attività sessuale.
  • lo scarso accesso alla prevenzione.
  • la presenza di altre infezioni concomitanti.
  • il fumo.
  • l’assunzione di contraccettivi ormonali.

HPV E I TUMORI GENITALI: NESSUNA DISTINZIONE DI GENERE

Il virus HPV è presente senza distinzioni di genere anche in altre zone genitali ed è causa di molti tumori genitali: è presente nell’88 per cento dei tumori dell’ano, soprattutto nella variante HPV 16 (73 per cento dei casi) e in quella HPV 18 (5 per cento).

In caso di omosessualità, gli uomini portatori dell’infezione da HIV sono anche più soggetti al contagio del Papilloma Virus, allo sviluppo del tumore dell’ano.

Anche nelle donne e uomini etero, si riscontra una netta correlazione tra la presenza dell’ HPV e dei tumori all’ano.

Per il tumore al pene, i maggiori responsabili sono i ceppi dell’HPV 16 e HPV 18.

 Ancora una volta la presenza contemporanea dell’infezione da HIV si associa a una maggiore incidenza del tumore (circa 4-8 volte superiore).

Questa neoplasia registra in Italia circa 500 casi all’anno, la metà associati alla presenza del virus.

Il papilloma virus non fa distinzioni di genere: i tumori di vagina (200 nuovi casi all’anno) e vulva (1.200 casi) sono spesso legati alla presenza dell’infezione.

In particolare, in oltre la metà dei tumori della vagina si riscontra la presenza di HPV 16 e 18, mentre l’infezione si associa solo ad alcuni tipi di tumore della vulva.

HPV E I TUMORI SU TESTA E COLLO

Purtroppo i tumori legati alla azione del Papilloma virus non sono solo quelli genitali.

Anche i tumori sulla testa e sul collo, in particolare quelli che colpiscono la cavità orale (lingua, bocca, tonsille) e l’orofaringe, stanno attirando sempre di più l’attenzione di chi si occupa di neoplasie legate all’HPV.

Secondo i dati del Registro nazionale tumori (AIRTUM), circa il 10 per cento dei 4.600 tumori che ogni anno colpiscono il cavo orale è associato all’HPV, così come il 2,4 per cento di quelli della laringe e il 31 per cento di quelli dell’orofaringe. Proprio l’orofaringe rappresenta per gli uomini la sede nella quale si sviluppa il maggior numero di tumori HPV-correlati (500 casi l’anno, il 40 per cento di tutti i tumori legati al virus negli uomini).

I fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppo di tumori di questo tipo sono:

  • sesso orale con elevato numero di partner.
  • il fumo.

Secondo le parole della Dottoressa Lisa Licitra (dirigente della Struttura complessa oncologia medica 3-Tumori testa-collo all’Istituto nazionale tumori di Milano:  “Fin dai primi anni duemila assistiamo a un aumento dei casi di tumore dell’orofaringe negli uomini” -“Il ruolo del sesso orale è piuttosto scontato, con il passaggio diretto del virus dalla sua sede genitale al cavo orale, mentre per il fumo di sigaretta restano ancora punti da chiarire” prosegue l’esperta ricordando che la sigaretta aumenta il rischio anche di diversi tumori delle vie aeree. “Si può pensare che il fumo aumenti lo stato di infiammazione, facilitando lo sviluppo del tumore, oppure che agisca riducendo l’efficacia del sistema immunitario nel contrastare l’infezione” conclude.

PREVENZIONE ATTIVA E VACCINO
Per evitare la trasmissione e il contagio del Papilloma virus esistono diverse azioni che possiamo svolgere per abbattere la possibilità di contrarlo:

  • evitare le relazioni promiscue con diversi partner sessuali (meglio avere poche relazioni durature o comunque non tanti partner).
  • Evitare il sesso non protetto: bisogna usare il profilattico sempre.
  • Fumo di sigarette.
  • Abuso di alcol.

Un’arma davvero vincente in campo di prevenzione è il Vaccino per alcuni ceppi pericolosi, che è in circolazione ormai da circa 15 anni.

È un strumento estremamente sicuro ed efficace.

Uno studio pubblicato nel 2017 sul Journal of Infectious Diseases ha mostrato che in 8 anni il vaccino quadrivalente ha ridotto la prevalenza delle infezioni dell’89 per cento tra le ragazze tra i 14 e i 24 anni di età. “E la riduzione delle infezioni anche tra le non vaccinate dimostra l’efficacia della cosiddetta protezione di gregge, in cui chi è vaccinato fa da muro contro la diffusione del virus tra la popolazione” osservano gli autori.

Gli screening come il Paptest o il test per la ricerca del DNA di HPV aiutano notevolmente, contribuendo alla diagnosi precoce del tumore della cervice, all’incremento delle possibilità di cura e all’aumento della sopravvivenza media, e insieme al vaccino sono una arma combinata a notevole impatto.

Per quanto riguarda gli altri tumori associati all’infezione da HPV, al momento non sono disponibili programmi di screening ad hoc, ma la vaccinazione resta uno strumento di prevenzione valido per tutti.

TUTTAVIA: La vaccinazione non è un invito per i ragazzi e le ragazze ad abbandonare il sesso sicuro.

I dubbi di molti genitori e di alcuni medici sull’opportunità di vaccinare gli adolescenti deriva dal timore di questo risvolto negativo della vaccinazione anti-HPV.

A chiarire la situazione ha pensato uno studio statunitense recentemente pubblicato sulla rivista Vaccines nel quale sono stati analizzati i comportamenti sessuali in un gruppo di ragazze di età compresa tra 13 e 21 anni. “Dopo la vaccinazione le ragazze hanno comunque continuato a fare sesso sicuro, consapevoli del rischio di trasmissione di altre malattie oltre a quelle legate all’HPV” spiegano gli autori, ricordando che la vaccinazione può rappresentare un importante momento di dialogo e di educazione sessuale.

IL VACCINO IN ITALIA

In Italia è stata introdotta la vaccinazione gratuita contro l’HPV nel 2008, secondo la proposta di vaccinare tutte le ragazze nel loro 12° anno di età e che negli anni si è estesa a fasce di età differenti, secondo decisioni regionali.

Con il Piano nazionale vaccini 2017-2019 la vaccinazione è stata estesa anche ai maschi e sono stati stabiliti gli obiettivi di copertura vaccinale, oggi ferma sotto il 77 per cento: il traguardo è rappresentato da una percentuale almeno pari al 95 per cento di persone vaccinate sia tra i maschi sia tra le femmine entro il 2019.

 I vaccini disponibili in Italia sono tre: uno bivalente (contro HPV 16 e 18), uno quadrivalente (HPV 6, 11, 16 e 18) e uno nonavalente (HPV 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58).

Tutti sicuri e con effetti collaterali minimi, da somministrare in due o tre dosi a seconda dell’età.[2]

La massima efficacia del vaccino è tra i 12 e i 14 anni e per le donne tra i 25 e 45 i dati forniscono risultati che la copertura sia minore, ma certamente da non sottovalutare al fine della prevenzione oncologica.

Inoltre, recenti ricerche stanno dimostrando che, in caso di pap-test positivo, sottoporre la donna alla vaccinazione comporta una protezione contro il rischio di persistenza nell’organismo del virus, mentre abbatte il rischio di recidiva se viene eseguita in prossimità dell’intervento in caso di lesione pretumorale.

[1] ^ Administrator, Il Nuovo Programma di Screening con il Test HPV sostituisce il Pap-test, su www.gisci.it. URL consultato il 13 settembre 2019.

^ Mario Poljak, Boštjan J. Kocjan e Anja Oštrbenk, Commercially available molecular tests for human papillomaviruses (HPV): 2015 update, in Journal of Clinical Virology: The Official Publication of the Pan American Society for Clinical Virology, 76 Suppl 1, 2016-3, pp. S3–S13, DOI:10.1016/j.jcv.2015.10.023. URL consultato il 13 settembre 2019.

^ Anna Söderlund-Strand, Carina Eklund e Levent Kemetli, Genotyping of human papillomavirus in triaging of low-grade cervical cytology, in American Journal of Obstetrics and Gynecology, vol. 205, n. 2, 2011-8, pp. 145.e1–6, DOI:10.1016/j.ajog.2011.03.056. URL consultato il 13 settembre 2019.

^ Anna Söderlund-Strand, Lennart Kjellberg e Joakim Dillner, Human papillomavirus type-specific persistence and recurrence after treatment for cervical dysplasia, in Journal of Medical Virology, vol. 86, n. 4, 2014-4, pp. 634–641, DOI:10.1002/jmv.23806. URL consultato il 13 settembre 2019.

[2] www.airc.it

I dolori del ciclo sono da sempre un grande problema per molte donne.

Di seguito riportiamo alcuni pratici consigli testati personalmente per allievare i dolori mestruali:

  • Utilizzare medicine quali buscofen e moment in caso si sappia di avere dei dolori davvero forti e di assumerli subito appena il dolore sopraggiunga in modo da stroncare i dolori lancinanti troppo tardi e soffrire a lungo
  • Vestirsi con indumenti caldi: per esperienza, durante il ciclo ho sempre molto freddo e ho notato spesso brividi di freddo se non ben coperta. Per questo, con indumenti caldi addosso non solo si riduce il senso di brividi, ma si riesce ad avere sollievo soprattutto nella parte della pancia che in quel momento è la parte soggetta al dolore
  • Borsa dell’acqua calda: per alleviare i dolori il calore della borsa dell’acqua calda è davvero eccezionale. Difatti, il calore sprigionato ha un potere terapeutico molto forte.
  • Una doccia o un bagno molto caldi: oltre il potere del calore, si avrà giovamento dai benefici terapeutici dell’acqua
  • Plaid e cuscino: rimanere sdraiate sul letto, divano o in una poltrona con una coperta e un cuscino da mettere in mezzo alle gambe aiuta a mantenere tutto il corpo al caldo e dà un senso di abbraccio e di coccola che nel momento di dolore possono aiutare
  • Tisana- Infuso e Tè: ho notato che bere una tisana calda o un tè con le erbe quali finocchio, camomilla o infusi consigliati appositamente in periodo mestruale possa essere di gran aiuto
  • Musica rilassante: spesso non ci pensiamo, ma la musica ha un potere sanatorio incredibile e oltre ad essere bella è anche rilassante. Ascoltare musica rilassante (spesso zen, relax o classica) giova molto al nostro umore
  • Pratica Yoga e Meditazione: sono per ovvi motivi delle discipline che aiutano lo spirito e di conseguenza anche il corpo riducendo il cortisolo e i livelli di stress nel corpo e dunque, aiutando il processo di guarigione dal dolore
  • Respirazione: respiri profondi e lunghi mi hanno aiutato tantissimo, poiché possono ridurre l’ansia e focalizzano l’attenzione sul respiro distogliendo la mente dal dolore.
  • Posizione laterale del corpo: la posizione fetale, così chiamata perché il feto la assume naturalmente, ho notato sia di grande giovamento al dolore, in quanto non solo allinea la colonna ma riesce a non schiacciare la pancia e ci permette anche di tenere un cuscino comodamente sulla pancia e tra le gambe.

Da poco passato, il mese di ottobre, viene solitamente associato alla prevenzione del tumore al seno e cogliamo l’occasione per ricordarne i benefici, per incoraggiare le lettrici a prendere parte attivamente al fenomeno.

Esistono due tipi di prevenzione, la primaria e la secondaria ed entrambi gli approcci sono importanti e vanno conosciuti più da vicino. Riportiamo di seguito alcuni estratti dell’articolo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele:

“Il tumore alla mammella nel nostro paese colpisce ogni anno circa 50.000 persone e rappresenta il cancro più frequente tra le donne.  Benché possa colpire anche donne in giovane età, l’incidenza aumenta con il passare degli anni e la maggioranza dei casi viene diagnosticata nelle pazienti over 50.

La sopravvivenza al tumore al seno, anche a lungo termine, è tra le più elevate in ambito oncologico: a 5 anni dalla diagnosi, essa si attesta quasi al 90% grazie al miglioramento delle tecniche diagnostico-terapeutiche e all’attenzione sempre più alta verso la prevenzione e le sue attività”.

Le cause

I fattori di rischio non modificabili

Solo il 5-10% di tutti i tumori al seno può essere ricondotto alla presenza di specifiche mutazioni del DNA ereditate da uno dei genitori (come avviene per i geni BRCA1 o BRCA2).

Ciò significa che, in tutti gli altri casi, il tumore insorge a causa di una combinazione tra:

  • predisposizione genetica, ancora poco nota
  • l’ambiente e i suoi effetti.

Sicuramente per chi ha una storia familiare caratterizzata dalla presenza del tumore al seno o all’ovaio, che è un fattore di rischio non modificabile, è consigliato consultare un chirurgo senologo per valutare un eventuale approfondimento del rischio genetico e l’eventuale partecipazione a programmi di sorveglianza e intervento dedicati.

I fattori di rischio modificabili

“Tuttavia, essendo l’incidenza di questo tumore così elevata, per prevenirne l’insorgenza, è consigliato per tutti intervenire sui fattori di rischio così detti ‘modificabili’, che riguardano dunque i nostri comportamenti” afferma il Dott. Oreste Gentilini, primario dell’Unità di Chirurgia della Mammella e responsabile della Breast Unit dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Definiamo ora la differenza tra la prevenzione primaria del tumore al seno, che interviene sui fattori di rischio, e sulla prevenzione secondaria, ossia la diagnosi precoce.

Che cos’è la prevenzione primaria

“La prevenzione primaria rappresenta il primo strumento che ognuno di noi, nella vita quotidiana, può – e deve – mettere in atto” prosegue il dottore.

Infatti, questa modalità di prevenzione consiste nella modifica di quei comportamenti che possono essere considerati fattori di rischio. Come fare? Seguendo uno stile di vita sano!

Ecco i consigli dell’esperto sul tema:

  • evitare il fumo
  • bere alcolici con moderazione
  • praticare attività sportiva regolarmente
  • tenere sotto controllo il peso
  • seguire una dieta equilibrata, ricca di alimenti vegetali.

Che cos’è la prevenzione secondaria

La prevenzione secondaria è l’altra forma di prevenzione che riveste un ruolo cruciale nella lotta al tumore al seno.  Questa modalità preventiva si traduce nella diagnosi precoce tramite esami che, com’è dimostrato scientificamente, può ridurre la mortalità per tumore alla mammella.

Gli esami per la prevenzione del tumore al seno

“Nelle donne tra i 50 e i 70 anni, la mammografia con cadenza biennale può ridurre la mortalità fino al 40%. Mentre, nelle donne tra i 40 e i 50, sottoporsi a una mammografia annuale può ridurre il tasso di mortalità fino al 20%” spiega il Dott. Pietro Panizza, primario dell’Unità di Radiologia Senologica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

La mammografia quindi è lo strumento di prevenzione secondaria più adeguato nelle donne dai 40 anni in poi, fino a raggiungere le donne over 70, dove il rischio di insorgenza, aumentando con l’età, è piuttosto elevato. Naturalmente, essa può e deve – in certi casi – essere associata all’ecografia, preferibilmente eseguita dallo stesso radiologo.

La raccomandazione è comunque quella di aderire almeno al programma di Screening Mammografico dell’ATS, che prevede mammografia gratuita, ad invito, ogni anno, nelle 45/49enni e biennale nelle 50/74enni.

“Per le più giovani invece, in assenza di familiarità, non è consigliata la mammografia; è suggerito invece praticare l’autopalpazione, dopo l’inizio delle mestruazioni, quando il seno è più valutabile.  Nella fascia 30-40 anni, infine, è consigliabile iniziare a sottoporsi a controlli periodici, supportati dall’ecografia mammaria, con la cadenza suggerita dallo specialista in base alla tipologia del seno e alla storia familiare” conclude il dottore”.

Credit to: https://www.hsr.it

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