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Mindfulness & Psiche

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La luna è l’anima, è il nostro modo di vivere le emozioni, i desideri, i sogni. La terra è la realtà, il luogo in cui lottare con i rimpianti e le delusioni.
(Romano Battaglia)

Chi non è mai rimasto affascinato dalla Luna?

Questa elegante signora della notte vestita in bianco madreperla, vera regina del subconscio, dei desideri, dei sogni, delle emozioni, madre del romanticismo, figlia del cielo, è la compagna più fedele di molti poeti, scrittori ed artisti di ogni tipo.

Da secoli affascina il genere umano, lo strega per meglio dire, ci rende vulnerabili al suo fascino magnetico e ci invita ad investigare sul suo misterioso potere.

La luna è certamente un elemento naturale molto potente la cui energia interagisce nell’universo influenzando la Terra e tutti i suoi elementi naturali, dalle maree ai ritmi biologici.

L’esempio più comune della influenza lunare sulla terra consiste nella influenza sulle maree dovuta alla attrazione gravitazionale tra la Luna e la Terra.

Poiché il potere della Luna influenza tutti gli elementi naturali, la sua azione ha interazioni anche sull’uomo interagendo con la sua psiche, umore ed equilibrio psico-fisico.

Da diversi studi recenti e meno, sono venute alle luce sensazionali scoperte su come l’influenza della Luna non sia esclusiva delle maree, ma ricopra campi molti estesi: dall’umore, agli incidenti stradali, i capelli, le mestruazioni femminili e lo stato emotivo.

Secondo alcuni ricercatori l’intensità della luce lunare è direttamente proporzionale ai sentimenti, ed è per questo che diventiamo particolarmente sensibili quando c’è la luna piena.

Tutti questi effetti sulla nostra psiche, umore, ed equilibrio psico-fisico vengono definiti Lunar Effect (l’effetto Lunare) la cui ipotesi si fonda sul principio che i cicli lunari possano influire sul nostro stato psicofisico e su altri elementi correlati (dal momento migliore per tagliare i capelli per una più rapida crescita) alle azioni umane legate al raccolto (al momento migliore per la semina per far ricrescere le colture in abbondanza).

Di seguito parleremo approfonditamente di tutti i dettagli.

 

UN NUOVO STUDIO SCIENTIFICO: l’influenza della Luna sulla psiche e i condizionamenti delle fasi lunari sull’equilibrio psico-fisico

Secondo uno studio condotto da Mark Filippi, la luna influirebbe direttamente sulla nostra psiche: difatti, i cicli lunari influenzano stato d’animo e umore durante tutto l’arco della vita.

È stato dimostrata la correlazione tra luna e sonno osservando come in prossimità della fase di luna piena l’attività cerebrale collegata al sonno profondo si riduca del 30%.

Le fasi lunari sono state analizzate individualmente e sono emerse delle vere e proprie correlazioni tra quella specifica fase lunare e elementi psicologico-umorali del benessere psico-fisico ed energetico del comportamento umano.

I condizionamenti delle fasi lunari sul comportamento umano hanno portato alla luce la seguente analisi, la quale riporta come ad ogni fase lunare sia legato un determinato atteggiamento o predisposizione psicologica favoriti dalla fase lunare stessa.

I FASE- LA FASE DI LUNA NUOVA: il novilunio

La fase di Luna Nuova è associata all’INIZIO, alla fase di un nuovo capitolo della vita, di nuovi progetti, nuovi propositi o intenzioni, nuovi obiettivi quali ad esempio una nuova attività, un nuovo lavoro, hobby, passione e altro. Sul piano psicologico in questa fase la psiche è predisposta maggiormente ad affrontare in maniera serena il cambiamento. In questa fase si produce una quantità maggiore di acetilcolina il neurotrasmettitore che tende ad influenzare il cervello rendendoci nella prima settimana del ciclo lunare, più sensibili e ricettivi alle amozioni rispetto al solito. Il maggiore apporto di energia deriva principalmente dalla presenza di acetilcolina che viene associata alla memoria e all’apprendimento. In questi giorni dovremmo dedicarci alle attività di gruppo, dal momento che siamo sottoposti a grandi dosi di energia ed empatia.

II FASE- LA FASE DI LUNA CRESCENTE

Questa fase è legata ad un momento di creatività e forte energia da impiegare come risorsa per nuovi progetti ed esperienze. In fase di luna crescente è stato osservato l’aumento dell’ormone della felicità, la serotonina. E proprio quale periodo contraddistinto da una forte carica di energia, il cervello lavora con creatività e concentrazione. In questo periodo, vanno evitate le attività di gruppo e si deve puntare sull’analisi interiore, è il momento per trovare uno spazio solitario per riflettere sul proprio lavoro e le aspirazioni personali (che dovranno però aspettare il cambio di ciclo lunare per essere realizzate). E’ il momento ideale dell’introspezione e della riflessione.

III FASE- LA FASE DI LUNA PIENA: il plenilunio

Contrariamente alla fase precedente, nella fase di Luna Piena sul piano emotivo si scontra una maggiore fragilità, più disequilibri e scompensi, maggiore sensibilità, i sentimenti ed emozioni risultano tesi e anche l’organismo ne risente. In questa fase, possiamo rilassarci e godere di quello che abbiamo seminato. Difatti, la dopamina è presente in quantità elevate, quale neurotrasmettitore associato al piacere, all’empatia e all’eccitazione. Per tale ragione, può essere molto proficuo dedicarsi a momenti di distrazione e intrattenimento durante questa settimana.

IV FASE- LA FASE DI LUNA CALANTE

La fase di luna calante è la più critica di tutto il mese in quanto periodo in cui tendiamo a essere più aggressivi e fragili dal punto di vista emotivo ci troviamo in uno stato di difesa costante, come se qualcosa ci minacciasse dall’esterno e presenta difatti alti tassi di noradrenalina e norepinefrina.La settimana è definita esosomatica (fuori dal corpo) e d è una fase di: fuga o lotta. Possiamo scegliere se scappare o affrontare le avversità e se non sprechiamo la nostra energia riusciremo a superare la fragilità nervosa.Tuttavia, in questa fase si determina una maggiore propensione al superamento delle crisi e alla disintossicazione mentale di scorie sia psicologiche, sia emotive, così come la luna cala, calano anche le nostre negatività interiori.

Quello che ne viene dedotto è che indipendententemente dalle fase lunare che si attraversa, tutte le prestazioni ottimali, l’appetito, sonno, vitalità, umore e simil dipendono dalla luminosità della luna che finisce per controllare le nostre emozioni, sentimenti e i nostri desideri.

 

LUNA & ENERGIA: la relazione Uomo-Luna in un’ottica energetico-spirituale

Dopo aver analizzato l’argomento da un punto di vista scientifico razionale passiamo ad una analisi orientata al livello energetico-spirituale al fine di capire più a fondo la correlazione UOMO-LUNA.

Se vogliamo capire a fondo il rapporto tra Uomo e Luna dobbiamo ricollegarci alla  relazione Uomo-Natura, un concetto molto più ampio con connotazioni spirituali e meno logico-scientifiche.

L’influenza della Luna sull’uomo è stata oggetto di studi in moltissimi culti e religioni fin dalla notte dei tempi e secondo in principi ad esempio della disciplina Vedica che intendiamo derivante dalla Religione Veda, dobbiamo riformulare il nostro punto di vista.

Per religione Veda intendiamo il “complesso di testi sacri quale antichissima raccolta in sanscrito vedico dei popoli arii che invasero intorno al XX secolo a.C. Da tale collezione di testi sacri prende nome la più antica religione delle popolazioni arie dell’India (vedismo) da cui successivamente si svilupperà l’induismo.

Secondo un approccio più olistico, l’influenza della luna, al pari che sugli oceani e maree ricade anche sulle “masse d’acqua” interne all’organismo umano, il quale difatti è composto per il 70-80% di acqua.

Riportando le parole di Janet Shook, una Integrative Health Coach e insegnante spirituale:

l’influenza della luna non ha lo stesso effetto su tutti. Possiamo sentirci in modo diverso o non

sentirci affatto. Ognuno è molto unico. Se siete fortemente influenzati dalla luna o meno, o se ne siete consapevoli o meno, dipende da molti fattori. Quello che sappiamo è che la luna influenza il sistema nervoso e, a sua volta, gli ormoni nel corpo. E gli ormoni sono fortemente influenti sul nostro umore”.

Da un punto di vista più mistico, la luna è legata alla femminilità alla donna, all'”elemento femminile dell’essere, pensato anche come energia ricettiva“.

Come sappiamo, la luna stessa non brilla di luce, ma riflette la luce del sole. Ecco perché la luna è la mente subconscia, la realtà interiore, l’energia passiva e introspettiva“.

Tuttavia, sia gli uomini che le donne possono essere influenzati dalla luna, “per quanto riguarda ciò che fa alla psiche e come influenza la crescita dei capelli, la crescita dei tessuti, l’attività dei parassiti, ecc.”

Luna nuova

“Durante la fase di luna nuova, possiamo pensare al vuoto. È la luna oscura. Nella luna oscura possiamo andare in profondità nei nostri desideri. Possiamo guardare a ciò che sentiamo mancare, o mancare dalla nostra vita, ciò che ha bisogno di guarigione o chiarezza. Il 9, 10, 11 giorno della luna il nostro sistema nervoso è più influenzato dalla luna. Questo è un ottimo momento per digiunare, meditare, purificarsi, o semplicemente sintonizzarsi profondamente su ciò che sta accadendo con voi“.

Luna piena

“Con la Luna Piena sperimentiamo una grande quantità di chiarezza. Dove tutto è illuminato e se riusciamo ad essere reali con noi stessi, possiamo vedere cosa sta succedendo nella nostra vita, rispetto alla luna nuova che è appena passata due settimane prima”.

Infatti, l’influenza della luna sul nostro corpo non inizia e si ferma con la crescita dei capelli e delle unghie. Per esempio, riguardo ai parassiti, Janet mi ha detto che “pulirli con la luna piena è più efficace perché saranno più attivi. Anche gli agricoltori saranno molto consapevoli dell’influenza sulla luna nei cicli di semina”.

Sfruttare l’effetto della luna

Per Janet, l’influenza della luna su di noi è enorme, ma il più delle volte passa inosservata, perché “molte volte le persone non vogliono osservare ciò che gli succede, vogliono controllarlo o negarlo. Ma se seguiamo quello che ci succede, le esperienze delle emozioni, gli ormoni, il corpo, arriviamo alla conoscenza di noi stessi”.

Ma cosa possiamo fare per approfittare di questa conoscenza nella nostra vita quotidiana?

La teoria di Janet è che solamente con la pratica si generano i cambiamenti che vogliamo vedere: “Quando sei consapevole delle diverse fasi della luna, puoi usarlo come un calendario di cambiamento ed evoluzione personale. Con ogni fase fai dei passi: impostazione dell’intenzione, regolazione del sistema nervoso e analisi della tua situazione mentre cambia”, ha aggiunto.

Tuttavia, secondo lei per vedere questi risultati le persone devono essere consapevoli dei cicli della loro vita, “attraverso i cicli dei luminari (Sole e Luna) e la loro relazione. La natura (dove la luna è inclusa) è il mondo reale. Noi costruiamo le nostre vite in istituzioni, idee, abitudini, credenze che sono costruite sopra il mondo reale, e purtroppo, a volte a dispetto di esso”.

La luna stimola la crescita e il sistema nervoso. Sta operando dentro di noi a molti livelli. Più si conosce, più si lavora in armonia con essa, più si è consapevoli di se stessi e delle forze più grandi di questo pianeta. Ma questo dipende da ogni individuo. Quanto connesso, quanto sveglio, quanto consapevole vuoi essere?”.

Per capire il valore di queste due recenti teorie e il loro differente approccio (uno scientifico, l’altro energetico olistico), rivediamo i vari passaggi storici che si sono creati nel tempo per arrivare alla costruzione finale delle teorie suddette.

TEORIA SULL’INFLUENZA DELLA LUNA: origini & storia

L’dea che la luna e i suoi cicli lunari influenzino la nostra psiche è opinione diffusa e ormai sedimentata in tutto il globo (con le dovute variazioni), soprattutto ormai anche tra la maggior parte dei professionisti della salute mentale (Francis et al., 2017) con delle particolari credenze relative soprattutto alla luna piena.

Le radici delle teorie della influenza della Luna risalgono a due discipline un tempo strettamente legate e ad oggi nettamente distinte quali l’astronomia e l’astrologia.

Per astrologia si intende un complesso di credenze e tradizioni il cui scopo è l’interpretazione delle influenze soprannaturali dell’interazione dei pianeti e delle stelle con il comportamento umano, il suo futuro (come individuo o come collettività) che si basa su assunti che andando a studiare la posizione dei corpi celesti rispetto alla Terra riescono a ricavarne deduzioni ed analisi.

In passato i personaggi che si occupavano di astrologia avevano ruoli di spicco nella società, fino al momento in cui l’entrata in scena delle teorie astronomiche ha aperto delle divergenze con i temi astrologici, in quanto il metodo scientifico della astronomia (quale scienza che studia gli atri, il cosmo e le sue proprietà) ne metteva in dubbio alcuni aspetti.

Grazie alla astronomia è stato possibile capire e mettere in luce la correlazione tra le fasi lunari e cicli delle maree, alimentando il filone di studi che approfondirono anche la correlazione tra la luna e la fisiologia animale (Andreatta & Tessmar-Raible, 2020).

L’INFLUENZA DELLA LUNA: ambiti, studi & teorie nella storia moderna

Anche nella branca della psicologia nel tempo hanno preso piede le teorie che mettevano in risalto la profonda connessione tra l’importanza dell’esposizione alla luce sull’umore e in generale sullo sviluppo neuropsicologico e la psiche umana (Bodrosian & Nelson, 2017).

Sapendo della influenza sulla fisiologia animale (e dunque anche di quella umana) e la sua relativa dipendenza dai ritmi stagionali, circadiani (Raible et al., 2017); sappiamo ormai con certezza chel’organismo animale ed umano e le sue funzioni fisioligiche si autoregolano in base alle stagioni, alle ore di luce, e all’alternanza di giorno e notte ( pensiamo al rilascio di melatonina, il principale ormone implicato nella regolazione del sonno, che raggiunge il suo massimo alla sera e raggiunge livelli minimi al mattino).

E sebbene queste correlazioni tra cicli circadiani e fisiologia umana siano ormai ampliamente conosciuti e spiegati, molte teorie si stanno ancora evolvendo riguardo l’influenza delle fasi lunari sul comportamento umano e sulla nostra fisiologia.

Un esempio del potere della influenza lunare è la stretta correlazione tra ciclo mestruale e ciclo lunare, che hanno esattamente la medesima durata di 28 giorni e sebbene molte donne non lo abbiano così sincronizzato sui 28 giorni canonici, sappiamo anche, che chi è molto regolare e lo ha ogni 28 giorni è un soggetto più sano e ben equilibrato dal punto di vista ormonale e ginecologico, mentre chi ha irregolarità sul ciclo, possiede spesso in concomitanza problemi in queste due sfere!

Altri studi molto interessanti hanno approfondito la relazione tra cicli lunari e mestruazioni, fertilità e tasso di natalità (alcuni medici tutt’ora cercano di sincronizzare le nascite con le fasi lunari; Criss & Marcum, 1981; Cutler et al., 1987),

Non a caso, l’influenza della luce lunare sui livelli di melatonina è stata ritenuta un possibile fattore che influenzi concretamente il ciclo mestruale il quale è strettamente legato ai livelli di melatonina.

Vi sono altri studi che hanno analizzato fattori più particolari, con teorie che ipotizzano una relazione tra il manifestarsi di comportamenti violenti (aggressioni, omicidi o suicidi, Zimecky, 2006) o i ricoveri in ospedale/pronto soccorso dovuti a cause accidentali (eventi cardiovascolari o coronarici, emorragie, diarrea, ritenzione urinaria, incidenti stradali) e le fasi lunari.

Da altri studi riguardanti il mondo animale è emersa una correlazione tra cicli lunari e produzione di ormoni (specialmente negli insetti), mentre nella specie dei pesci l’orologio lunare sembra avere influenza sulle dinamiche riproduttive e sull’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi che ne è alla base.

“È stato studiato come negli uccelli, le variazioni giornaliere di melatonina e corticosterone (un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali principalmente in condizioni di stress) si riducono durante i giorni di luna piena.

Inoltre, I cicli lunari influenzano anche la sensibilità al gusto e la struttura di organuli cellulari della ghiandola pineale in topi studiati in laboratorio.

Sono state infine descritte variazioni cicliche relative alle fasi lunari nell’ampiezza della risposta immunitaria in diversi animali.

È verosimile che alla base di queste variazioni fisiologiche ci siano modulazioni nel rilascio di melatonina e steroidi endogeni, che possono essere innescate dalle radiazioni elettromagnetiche e/o dall’attrazione gravitazionale della luna (Zimecky, 2006)”.

 

LA RELAZIONE LUNA-UOMO: approccio ed evidenze scientifiche del passato

Tutte queste correlazioni tra mondo lunare e mondo animale portano alla conseguente relazione tra Luna ed essere umano.

I primi studi che hanno portato alla luce l’influenza della luna sugli aspetti umani riguardano le indagini sul ritmo del sonno su cui la luna ha ina influenza diretta.

“In un’analisi del 2014 (Turányi et al., 2014) fatta da un centro del sonno su 319 persone, i ricercatori hanno scoperto che la luna piena era associata a un sonno meno profondo o comunque ad una maggiore latenza prima di addormentarsi profondamente.

Studi successivi hanno anche riportato differenze di genere (Della Monica et al., 2015) con le donne che dormono meno e hanno una fase REM più breve nei periodi vicini alla luna piena, rispetto ai maschi che presentano una più lunga fase REM. Anche i bambini sembrano dormire leggermente meno nelle fasi di luna piena (Chaput et al., 2016). Questi risultati sono però stati messi in dubbio da uno studio avente un campione molto esteso (oltre 2000 partecipanti), che non ha trovato alcuna relazione tra fasi lunari e qualità/quantità del sonno (Haba-Rubio et al., 2015)”.

Tali dati sul ciclo sonno-veglia portano alla riflessione di come la qualità del sonno influenzata dalle fasi lunari, abbia delle ripercussioni sui comportamenti psicologici più complessi.

Non a caso, l’oscillazione dei ritmi circadiani ha effetti significativi sui sintomi ansiosi, dell’umore e psicotici dei pazienti psichiatrici.

Per coloro che sono affetti da disturbo bipolare, la correlazione tra ritmi circadiani e la malattia stessa è stato rivelata ancora più forte rispetto agli altri disturbi psichiatrici e difatti, poiché i ritmi circadiani dipendono anche dalla influenza delle fasi lunari, ne consegue che il disturbo bipolare venga influenzato anche dalla Luna.

Degli studi svolti su pazienti bipolari hanno dimostrato la correlazione tra fasi lunari e umore: “il sonno dei pazienti bipolari risultava influenzato dalla luce emessa dalla luna (come osservato dagli studi precedentemente citati), e la minor quantità di sonno nelle fasi di luna piena favoriva la transizione dalla fase depressiva a quella maniacale (Wher, 2018).

Questi cambiamenti potevano essere attutiti modificando la terapia farmacologica o mediante la terapia della luce (o fototerapia), ancora poco diffusa in Italia, ma ampiamente utilizzata all’estero per trattare i disturbi dell’umore (Avery et al., 2019). I pazienti presi in esame sono comunque molto pochi per trarre conclusioni definitive, ma di certo questi dati meritano di essere approfonditi”.

La luna piena ha influenze significative anche su coloro che sono affetti da depressione: il plenilunio può influenzare l’equilibrio psicofisico degli esseri umani, come affermano gli esperti dell’Università di Bradford in Inghilterra, che dopo due anni di ricerche di svariati psicologi britannici,  è stato rilevato nei pazienti analizzati predisposizione alla depressione, maggiore aggressività, ansia e tensione. Sintomi che si manifestano proprio in coincidenza delle fasi di luna piena. Il tutto fa pensare che esista effettivamente una “Sindrome lunare”.

LUNA & UMORE: l’influenza della luna su persone prive di patologie psichiatriche

Se andiamo ad analizzare ora l’influenza della Luna su persone sane, prive di problematiche psichiatriche, esistono effettivamente delle relazioni tra le fasi lunari e le nostre disposizioni psico-emotivo-comportamentali e relazionali, nonché, con la parte più energetico-spirituale meno facilmente analizzabile.

Non a caso, seguendo le credenze popolari nasce la parola lunatico che secondo la definizione più accreditata indica una persona “che ha carattere strano, estroso, incostante, umore instabile e facile ad alterarsi” (Treccani).

Sebbene non vi siano evidenze scientifiche assolute dell’influenza della Luna sulla personalità di un individuo correlata alla sulla sua irascibilità vi sono tuttavia, altre evidenze scientifiche di come la luna piena influenzi il numero di incidenti stradali per i motociclisti: “la luna piena sembra aumentare il numero di incidenti fatali per i motociclisti (Redelmeier & Shafir, 2017). Quest’ultima osservazione controintuitiva (la luce dovrebbe aiutare alla guida) potrebbe essere spiegata dal fatto che la luna piena ben visibile in cielo, potrebbe essere una fonte di distrazione per il centauro, quando magari “spunta” nel suo campo visivo prima di un ostacolo o durante la percorrenza di una curva”.

Anche sull’influenza delle fasi lunari sulla crescita delle colture e dei capelli gli studi in merito non erano in passato ancora molto chiari ed erano poco assoluti, tuttavia, gli studi recenti di cui abbiamo parlato sopra, hanno portato alla luce nuove evidenze scientifiche.

 

 

“Un ciliegio ha paura di fiorire?

Solo chi ha la forza di scrivere la parola fine può scrivere la parola inizio”

 – Lao Tzu –

La Primavera significa rinascita e proprio come il corpo anche la mente viene trasportata in questo mood di rinascita interiore attraverso un percorso di introspezione che guida ognuno di noi a guardarsi dentro e a ritrovare degli equilibri perduti o messi da parte durante il lungo inverno.

Per ritrovare se stessi, recuperare le energie e la serenità, sintonizzarsi con il proprio centro e ritrovare il proprio equilibrio energetico e spirituale è possibile iniziare a meditare, concentrarsi sui silenzi e sulla pace interiore e cercare di ritagliare degli spazi di tempo per noi stessi nei quali coltiviamo le passioni e gli hobby che ci fanno stare meglio.

Per affrontare con più consapevolezza la rinascita spirituale ed energetica certamente la pratica mindfulness può essere uno strumento più che valido per coltivare noi stessi e il nostro io ottenendo un benessere ed un risultato migliore e duraturo nel tempo.

La rinascita della primavera e dunque la rinascita interiore viene tuttavia, anche intesa come apertura verso l’esterno, ritorno al mondo, alla socialità, una vera e propria apertura che dopo i lunghi mesi delle stagioni autunnali ed invernali nelle quali spesso si tende a chiudersi in se stessi e avere atteggiamenti solitari, spesso coincide con il riscoprire il piacere della socialità.

Tale apertura e riscoperta del mondo e delle relazioni a volte può mettere in soggezione o porta ad autocritiche, obiettivi impossibili da raggiungere perché non ci sente abbastanza belli o adeguati al rientro nella mondanità, società e al confronto nelle relazioni.

Per affrontare con più serenità anche questo tipo di rinascita la pratica mindfulness è certamente uno strumento da non sottovalutare.

LA PRIMAVERA: RINASCITA E RICONESSIONE CON IL MONDO [1]

Se anche siamo da poco entrati nella primavera già sentiamo gli effetti che essa ha su di noi: le ore di sole si allungano, le prime fioriture, i raggi più caldi del sole, le prime passeggiate in spiaggia.

La primavera è facile amarla perché viene vista come una promessa, la promessa di qualcosa di nuovo che potremmo sviluppare sia in vacanza sia nei mesi estivi, un anticipo o un dolce assaggio del clima summer dream che ci attende.

Affrontare la primavera significa affrontare una rinascita che permette di lasciarsi alle spalle tutto il peso freddo dell’inverno e ricorda che affrontare il cambiamento è sempre possibile: lasciare andare qualcosa di vecchio e iniziare qualcosa di nuovo.

Per intraprendere una nuova attività o qualcosa di nuovo in generale dobbiamo assolutamente saper lasciare il vecchio, concludendo o accettando che non è stato possibile finire ciò che si è iniziato o fare diversamente ciò che ormai è stato fatto.

In alcuni casi le cose non sono andate come avremmo voluto ma se non viene lasciato andare il passato,  ci precluderemmo la possibilità di avere le giuste energie per affrontare le novità ed aprirci ad esse.

Questo atteggiamento di saper lasciare andare e abbracciare a pieno la novità è una delle ragioni che rende il cambiamento difficile e una delle spinte che la primavera sollecita.

PRIMAVERA & CAMBIAMENTO[2]

Il cambiamento della primavera è una piccola sorpresa: bastano pochi giorni e quello che sembrava fermo prende vita e fiorisce quasi improvvisamente.

Spesso il cambiamento è così improvviso da coglierci alla sprovvista, soprattutto se non lo abbiamo deciso consapevolmente.

Ciò che cresce porta nuova energia e richiede tutta la nostra attenzione e vitalità.

Per questa ragione, a volte, la primavera può essere anche una stagione difficile: improvvisi sbalzi d’umore, la pigrizia che si alterna all’energia.

Cambiare quando non dipende da noi può esser facile e avventuroso, ma quando siamo noi a dover decidere qualcosa può diventare insolitamente difficile. Un ciliegio non ha paura di fiorire. Noi sì.

L’idea di rimandare sembra la soluzione più semplice, ma il letargo prolungato rischia di farci perdere vitalità.

In questi casi il sentimento dominante diventa la paura e abbiamo bisogno di alcuni riti di passaggio per superarla: affrontare noi stessi allo specchio; riconoscere le nostre risorse; trasformare la pigrizia in azione.

A volte abbiamo paura di guardarci allo specchio, ma in questo modo perdiamo la possibilità di scoprire chi siamo davvero.

Affrontare noi stessi è un’esperienza che ci restituisce un’immagine migliore di quella che pensavamo.

Solo affrontando le nostre insicurezze con onestà scopriamo quali sono le nostre vere risorse. Buttarsi a caso in qualcosa di nuovo non ha molto senso né tantomeno utilità, bensì, scoprire che cosa desideriamo davvero e’ la chiave di giusta lettura per aprirsi al cambiamento e alla novità. 

Quando vogliamo favorire il cambiamento abbiamo bisogno di riti di passaggio.

Un ritiro di meditazione ha proprio questa funzione: lasciare i nostri luoghi abituali per andare in un luogo altro, dove, con un gruppo di persone che condividono la nostra stessa esperienza, ci isoliamo per poi tornare, diversi, a una nuova aggregazione. Quella del nostro quotidiano.

Iniziare qualcosa di nuovo ci rende grandi. Indipendentemente da cosa iniziamo. Perché dichiariamo che siamo in grado di creare una novità, una discontinuità con il passato. Non permettiamo che la paura di vivere ci tolga questa opportunità!

La paura di vivere è quello spavento che ci coglie ogni volta che ci troviamo di fronte a qualcosa che ci rende grandi. È la paura di crescere e diventare chi siamo veramente. Vuol dire realizzare noi stessi, compiere quell’impresa che rende più significativa la nostra vita e che ci permette di sentirci vivi e padroni di sé, per essere in grado di sorridere alla paura.

MINDUFLNESS: come sintonizzare la mente con l’arrivo della primavera[3]

Riportiamo le parole della dottoressa Maria Beatrice Toro, psicologa, psicoterapeuta e istruttrice di mindfulness, che nella rivista Vero Salute ha spiegato molto chiaramente cosa significhi rinascita interiore e come la pratica mindfulness possa influenzare tale processo.

Ricorrendo a una metafora in tema possiamo dire che, esattamente come accade alle piante, questo può essere il momento perfetto per affrontare una rifioritura. Questo processo, però, comporta una esposizione al “sole”, che nel nostro caso coincide con l’apertura al mondo e al rinforzo della socialità: un passo che non sempre ci coglie preparati – prosegue l’esperta.

L’autunno e l’inverno – è vero – sono
stagioni cupe e pesanti, sia da un punto di vista meteorologico sia in termini di carico di stress e di impegni; ma ci possono impigrire e “viziare” all’isolamento e al ripiegamento su noi stessi.

Come aprirsi alla nuova stagione in arrivo?

Uscire dal rassicurante “bozzolo” tessuto così a lungo può risultare dunque difficoltoso, quasi traumatico per le persone più introverse e vulnerabili all’idea di far fronte agli sguardi esterni.

Consiglio: non fare resistenza

Il consiglio, in questo caso, è di non fare resistenza, ma di aprirsi al cambiamento, assecondandolo», suggerisce l’esperta. Una seconda indicazione che potrà essere utile ad alcuni è quella di affrontare il cambio di stagione in maniera “morbida”, se necessario ritagliandosi un giorno o un
weekend di relax – anche da soli.

Come rapportarsi alle proprie qualità esteriori e interiori?

Un problema che possiamo trovarci a fronteggiare in questo periodo è quello legato alla nostra immagine: corporea, ma non solo. L’arrivo delle belle giornate e la necessità di scoprirsi ci porta molto spesso a vedere il nostro corpo con occhio sin troppo critico – evidenzia la dottoressa Toro.

Consiglio: siate più generose con voi stesse

Di fronte a una silhouette un po’ rilassata o a forme poco toniche siamo portati a “bocciarci” impietosamente davanti allo specchio e a imporci duri diktat: “Devo dimagrire”, “Devo fare qualcosa, e subito, per queste rughe”, “Devo iniziare a correre tutti i giorni”. Peggio ancora: se abbiamo voglia di concederci qualcosa di piacevole o gratificante, lo leghiamo al raggiungimento di questo o quell’obiettivo: “Comprerò quel bell’abito solo dopo che avrò perso tre chili”.

«Questo atteggiamento è sbagliato e punitivo», -evidenzia la psicologa. Porsi degli obiettivi (purché raggiungibili) è encomiabile e certo positivo. «Prima ancora di metterci a lavorare per raggiungerli, però, dovremmo preoccuparci di valorizzare i nostri punti di forza», prosegue.

Focalizzatevi sulle vostre ricchezze

Abbiamo bei capelli? Mettiamoli in evidenza con un taglio nuovo. Sottolineiamo uno sguardo accattivante osando un make up diverso dal solito; e, soprattutto, non aspettiamo di aver perso peso per rallegrarci con l’acquisto di una gonna che ci piace o di un bel paio di scarpe con il tacco.

Lo stesso atteggiamento deve valere per le nostre qualità interiori: focalizziamoci sulla nostra verve comunicativa, sulla bravura in cucina, sulla capacità di ascoltare così come su quella di praticare sport, insomma solo sulle doti anziché sulle feroci autocritiche.

PULIZIA MENTALE DI PRIMAVERA: ritiri e percorsi spirituali come strumenti per raggiungere l’equilibrio

Pe facilitare il processo di rinascita e di riequilibrio del nostro assetto psicologico ed energetico alcune volte è necessario aiutare la mente attraverso una full immersion nel mondo mindfulness.

Tale attività viene spesso definita: pulizia mentale di primavera.

Cosa significa pulizia mentale di primavera?

La bella stagione in arrivo come abbiamo detto, ispira a ripulire casa e giardino e a buttare via tutto ciò che di ingombrante abbiamo accumulato nei mesi invernali.

La primavera è dunque, un ottimo periodo per ripulire gli spazi interiori, mentali ed emozionali.

Una buona pulizia mentale di primavera è in grado di fornire una spinta per ritrovare nuove energie e motivazioni.

La Mindfulness aiuta a fare questa pulizia: a capire i vecchi schemi mentali che non sono più funzionali e ad instaurarne di nuovi e più benefici.

Per questo esistono numerosi corsi che si possono trovare online con percorsi, ritiri, lezioni e didattiche atte proprio a favorire questo processo.

 

[1] https://www.mentelocale.it

[2] https://www.mentelocale.it/

[3] https://mindfulnessinterpersonale.com

Il tempo è certamente da sempre un grande mistero per l’uomo.

Ha affascinato miriadi di studiosi nel corso dei millenni e fin dalle origini della comparsa della specie umana ne ha condizionato l’evoluzione, la cultura dei popoli, gli usi, i costumi e non per ultimo, anche il benessere psico fisico di corpo e mente.

Il tempo influenza la natura in ogni sua forma e tutte le specie viventi e non viventi in ogni suo aspetto, con l’alternanza delle ere geologiche, l’alternanza delle stagioni, degli agenti atmosferici periodici, dei tempi dei fenomeni riproduttivi di piante e animali, l’alternanza delle colture e lo stesso ciclo dell’acqua a livello planetario, nonché, con i moti dei pianeti intorno alla propria stella a livello cosmico.

Ancora più particolare è il legame che contraddistingue la relazione ed interconnessione tra il tempo e la psiche, ed in particolare come il tempo influenza la mente umana, i ritmi psicologici (i ritmi della psiche) e come ne viene influenzato a sua volta.

Difatti, nata dallo studio di tale legame, la Cronopsicologia è senza dubbio una disciplina che merita la nostra attenzione.

La Cronopsicologia è una disciplina scientifica recente che studia in particolare il legame tra il tempo e la mente o (psiche) ponendo attenzione sulle variazioni nell’attività mentale o intellettuale di ogni individuo durante un’intera giornata, analizzando i ritmi degli esseri viventi nell’arco temporale di un giorno detto periodo circadiano.

Per periodo circadiano intendiamo: ritmo o ciclo che si compie all’incirca ogni 24 ore, con cui si ripetono regolarmente certi processi fisiologici.

Il ritmo circadiano ha valso il Nobel per la Medicina nel 2017 come prestigioso premio assegnato a tre genetisti cronobiologici – Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young i quali studiarono il meccanismo che controlla questo speciale ritmo biologico e scoprirono il sistema grazie al quale tutti gli organismi viventi regolano il proprio orologio circadiano in sintonia con l’ambiente esterno.

I ritmi circadiani sono regolati da fattori interni (il cosiddetto orologio biologico) ed esterni (per es. luce e temperatura). Nelle piante, sono esempi di ritmi circadiani i movimenti di apertura e chiusura degli stomi, così come l’apertura e la chiusura di certi fiori.

Negli animali, seguono i ritmi circadiani il ciclo sonno-veglia e la produzione di alcuni ormoni (per es. la melatonina secreta dall’epifisi).[1]

Analizziamo di seguito gli aspetti interessanti di questa disciplina (la Cronopiscologia) legata alla Cronobiologia: lo studio dell’attività biologica in funzione del tempo, cioè dei ritmi o cicli che la contraddistinguono.

LA CRONOBIOLOGIA

La Cronobiologia è lo studio dei meccanismi fisiologici e loro quantificazione attraverso modelli matematici. Le funzioni vitali degli organismi si succedono nel tempo con ritmicità che è determinata da fattori interni (periodicità endogena) ed esterni, detti sincronizzatori.

I ritmi possono essere circadiani (ca. 24 h), circannuali (ca. 365 giorni), lunari, cioè sincronizzati con le maree che dipendono direttamente dal giorno e dal mese lunare ecc.[2]

La materia vivente difatti, si caratterizza per la sua intrinseca capacità evolutiva e dinamica nel tempo.

Modificare i propri bioritmi in funzione delle condizioni esterne è una proprietà adattativa fondamentale, indispensabile per sincronizzare l’organismo con l’ambiente circostante.

I ritmi biologici umani sono regolati da specifiche strutture cerebrali, esse determinano un’attività spontanea detta free-running, che normalmente risente dell’influenza di diversi elementi esogeni chiamati in cronobiologia “segnapassi” (Zeitgeber), ovvero agenti od eventi ambientali (come la luce solare) che forniscono un segnale per la regolazione o il ripristino di un ritmo biologico.

Le principali strutture nervose deputate al controllo dei ritmi biologici sono: il nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo e l’epifisi.[3]

LA CRONOPSICOLOGIA

Se abbiamo definito la cronobiologia come lo studio dei bioritmi e la descrizione di quali cicli e ritmi si manifestano in ciascuna persona al trascorrere del tempo quali il sonno, l’alimentazione, le mestruazioni che per quanto subiscano variazioni da persona a persona, mantengono comunque una certa costanza per tutti; la cronopiscologia introduce il concetto di bioritmo emotivo e di quello intellettivo, la cui variabilità è più ampia.

L’OROLOGIO BIOLOGICO

Il bioritmo emotivo e intellettivo è influenzato dai ritmi psicologici.

I ritmi psicologici, ossia i ritmi della psiche, son oggetto di studio in quanto influenzano gli aspetti umani quali umore, emotività, ideazione, attenzione, memoria, aspettative e strategie d’azione che sono strettamente correlate e influenzate dal nostro orologio biologico.

Per Orologio Biologico intendiamo l’orologio interno (o endogeno) che regola i processi metabolici dell’organismo controllando il ritmo circadiano. Ha sede nell’ipotalamo, dove un gruppo di cellule detto nucleo soprachiasmatico (SCN) è in grado, grazie a un meccanismo molto complesso, di sincronizzare tutte le attività biologiche dell’organismo.

Lo sviluppo di tale orologio biologico dipende dal fatto che la vita sulla Terra si è evoluta in un contesto caratterizzato da imponenti variazioni ambientali, alcune di natura ciclica.

È il caso, per fare un esempio, dell’alternanza del giorno e della notte e dei moti di rivoluzione della Luna attorno alla Terra e della Terra attorno al Sole che generano variazioni cicliche ambientali, come maree e stagioni.

La maggior parte degli organismi viventi ha prodotto adattamenti a oscillazioni di parametri su diversa scala temporale (per es., i fenomeni migratori stagionali, la maturazione delle gonadi, il raggiungimento della fertilità) in gran parte regolati da orologi biologici endogeni che ‘dettano’ il tempo agli organismi e consentono loro di anticipare variazioni periodiche dell’ambiente esterno, modificando il loro metabolismo e il loro comportamento.

In relazione alla frequenza che caratterizza l’oscillazione generata da questi orologi endogeni, essi vengono classificati come orologi ultradiani (periodo della oscillazione compreso tra alcuni millisecondi e alcune ore), circadiani (periodo che approssima le 24 ore) e infradiani (periodo di settimane, mesi o anni).

La cronobiologia si occupa dello studio di questi oscillatori endogeni e del loro significato a livello genetico, molecolare e fisiologico.[4]

Gli orologi biologici circadiani (dal latino circa diem) oscillano con periodo che approssima la durata di un giorno astronomico e regolano una grande varietà di fenotipi ritmici che caratterizzano metabolismo, fisiologia e comportamento della maggior parte degli organismi.

Il RITMO CIRCADIANO

Un ritmo o ciclo circadiano è un ritmo fisiologico caratterizzato da un periodo di circa 24 ore. Il termine “circadiano”, coniato da Franz Halberg, viene dal latino circa diem e significa appunto “intorno al giorno”.

Può essere descritto definendone il periodo che lo caratterizza, l’ampiezza del carattere che oscilla e la fase, ossia lo stato dell’oscillazione in un determinato momento rispetto a un punto di riferimento nel ciclo.

I ritmi circadiani generati da un oscillatore biologico persistono in condizioni costanti, vale a dire in assenza di stimoli ambientali, come l’alternanza del giorno e della notte.

Inoltre, gli oscillatori circadiani endogeni che generano ritmicità biologica, in natura vengono continuamente sincronizzati con il periodo di 24 ore della rotazione terrestre, grazie agli effetti di segnali esterni come la luce e la temperatura.

LO PSICHISMO

I ritmi biologici del periodo circadiano (prettamente nel mondo animale) è stato scoperto siano fortemente influenzati dallo psichismo.

Lo psichismo in psicologia è l’attività psichica scarsamente differenziata, qual è quella degli animali o quella che si svolge in conseguenza di fenomeni regressivi in alcuni malati di mente.[5]

Tali fenomeni psichici che influenzano il periodo circadiano sono dunque: umore, emotività, ideazione, attenzione, memoria, aspettative e strategie d’azione.

Oltre a questi fattori anche la coscienza del fluire del tempo stesso rende concreto il concetto del TEMPO, qualificandolo, dilatandolo e quantificandolo con connotazioni di colore culturale che ne hanno permesso la caratterizzazione con il concetto di relatività del tempo.

Il concetto di relatività del tempo lo sperimentiamo di continuo poiché percepiamo lo scorrere del tempo o più veloce o più lento a seconda delle sensazioni che proviamo: quando siamo felici sembra volare, quando arrabbiati, tristi o annoiati sembra infinito.

La componente biologica dei ritmi circadiani può essere sicuramente avvicinata al concetto di tempo analogico che viene rappresentato nella cultura classica con il movimento delle lancette sul quadrante.

La componente invece psicologica può essere ricollegata al concetto di tempo relativo, poichè è molto personale e si caratterizza dal fatto che in base alla personalità che si ha in un certo momento, quel momento potrà essere vissuto in maniera differente e la percezione del tempo sarà appunto, assoggettata al nostro stato d’animo e dal contesto nel quale il momento si sta vivendo.

Un esempio: nel contesto carcerario il tempo è il maggior nemico in quanto il continuo fluire di giornate di sofferenza viene percepito come anni e millenni, mentre chi è molto felice percepisce la caducità del momento che lo rende ancor più prezioso, essendo il tempo per il reo (il detenuto) molto diverso dal tempo di una persona felice.

Non a caso, per infliggere una pena si chiede al detenuto di sacrificare il proprio tempo personale, come sacrificio per espiare le proprie colpe in quanto il tempo passato in cella sarà molto lungo e di sofferenza e il tempo da trascorrere per la vita al di fuori del carcere rimarrà sempre più breve e fugace.

La differenziazione di tempo come Cronos (il tempo oggettivo e misurabile), e Kairos (il tempo soggettivo vissuto nella dimensione psicologica individuale) è un concetto antico, di origine Greca che è stato poi applicato anche in cronopsicologia.

LA VARIAZIONE INTELLETTUALE

Secondo gli studi di tale disciplina il ciclo dl attività intellettuale durante il giorno subisce una vera e propria alternanza di periodi di variazione intellettuale soprattutto in termini di attenzione: essa varia durante il giorno con dei cicli regolari e raggiunge il picco massimo dalle ore 10 alle 13, periodo nel quale la mente è più produttiva e l’intelletto funziona al meglio soprattutto per pianificare, progettare, organizzare.

Per sfruttare al meglio tale momento, bastano anche a detta degli esperti, circa un’ora e mezza/ due per svolgere al meglio tali attività intellettuali con la massima efficienza.

Superata la prima metà della giornata il ciclo psicologico subisce un calo in quanto il cervello necessita di zuccheri e il suo ritmo subisce un vero crollo. Per tale motivo si sconsiglia di mangiare mentre si continua a lavorare (soprattutto se davanti al pc) in quanto non sarà controproducente in termini di efficienza.

Dopo mangiato infatti, si devono prediligere attività che siano più meccaniche o comunicative in quanto il processo digestivo condiziona il flusso del sangue che fluisce verso lo stomaco impedendo al cervello di essere operativo al meglio.

Dalle ore 16 alle 20 invece l’attività mentale riprende a pieno regime e altre attività sono facilmente gestibili.

Anche a livello scolastico non a caso, si è notato che il picco massimo di attenzione sia tra le 10 e 30 e le 14 e 30 mentre per la memoria il picco si raggiunge alle ore 14.00 (memoria a breve termine) e alle ore 20.00 (memoria a lungo termine).

Ovviamente, la motivazione può variare tali cicli in maniera attiva: più è alta più l’attenzione e il livello intellettuale rimarranno attivi.

L’IMPORTANZA DELLE PAUSE

Tuttavia, con alti ritmi di lavoro aumentano anche stanchezza e stress e non a caso, le Pause sono fondamentali: è consigliabile svolgere una pausa ogni 2 h per rispistinare il relax e il livello di motivazione e attenzione.

Le pause di 10 minuti sono quelle più efficienti in quanto stimolano subito la mente e i lsuo ripristino intellettivo.

IL WE: DIFFERENZE TRA I GIORNI DELLA SETTIMANA

Il lunedì è una giornata poco produttiva in quanto reduci dallo stacco del we rimaniamo psicologicamente ancorati ai bei momenti passati e si fa più fatica ad adattarsi al momento lavorativo.

Anche il venerdì non è una giornata molto stimolante intellettualmente per lo stesso motivo di prima: siamo troppo proiettati nel we che è in arrivo.

L’IMPORTANZA DELLA VARIAZIONE DEL RITMO

Si è notato che alternare il ritmo, rendendolo più movimentato e meno lineare è la chiave vincente per stimolare il cervello e l’attività intellettuale.

Difatti, passare da una situazione regolare di immobilità alla mobilità, dal concetto astratto a quello concreto, dalla fantasia alla ragione è una semplice modalità di acquisire maggiore efficienza e di godere maggiormente del lavoro.

Gli EMISFERI CEREBRALI

Un altro elemento che influisce sulla redditività intellettuale è l’alternanza e la dominanza di una attività cerebrale sull’altre: se un emisfero lavora l’altro si ferma.

I due emisferi del cervello non lavorando mai all’unisono alternano le loro attività cerebrali dominando uno sull’altro ogni 90 minuti e per tale motivo, è importante rispettare tale alternanza e capire quando svolgere attività prettamente riguardanti l’emisfero sinistro (il cervello analitico, razionale, logico), e quelle riguardanti il destro (il sintetico, l’irrazionale, l’intuitivo), in modo da massimizzare l’attività.

Per capire in che momento ci si trova e quale emisfero sta lavorando di più si può fare affidamento sullo stato del proprio naso: una cavità nasale è leggermente più congestionata dell’altra anche in situazione di assenza di raffreddore. 

Uno studio statunitense ha dimostrato che c’è un rapporto diretto tra questo fenomeno ed il ciclo della dominazione degli emisferi. Se la narice destra è più libera della sinistra, si è in una fase razionale e logica poiché essa comunica con il cervello sinistro. Se, al contrario, è la sinistra ad essere libera, si è in un momento di fantasia e intuizione poiché essa comunica con l’emisfero destro.

In conclusione, capire come gestire il tempo e i propri bioritmi, imparando a capire la propria psicologia di stati d’animo e i propri ritmi psicologici potrebbe essere la chiave del successo per influenzare positivamente il raggiungimento di obiettivi, in maniera più efficiente ed efficace.

 

 

[1] Treccani

[2] Treccani

[3] Ulixes News

[4] Treccani

[5] Treccani

In inverno non possiamo non accorgerci di un mood nostalgico, malinconico, triste e spesso molto onirico che avvolge tutta la stagione fredda in maniera ricorrente ogni anno.

Si tratta di un vero e proprio stato d’animo persistente durante tutta la stagione invernale che ci accompagna in maniera quasi sommessa.

È una sorta di latente tristezza che si instaura con l’arrivo delle temperature più basse, del freddo, delle prime gelate e viene rafforzata con i giorni di nevicate, e piogge o in generale di mal tempo.

E’ un vero e proprio mood invernale che ci tiene compagnia quasi in maniera evocativa, perché spesso induce al romanticismo (invogliando le coccole, la dolcezza, lo stare a casa con il proprio partner) al sonno (si desidera dormire di più), altre volte induce ai pensieri tristi, ai ricordi nostalgici e in casi meno fortunati ad uno stato depressivo vero e proprio, nel quale sfociano comportamenti spiccati di pigrizia, malessere, apatia e vera e propria infelicità.

Tale mood, è stato definito dagli scienziati Winters Blues o SAD (Seasonal Affective Disorder), un disturbo affettivo stagionale anche detto “depressione invernale” che causa svogliatezza, tristezza e malumore che colpisce tantissime persone durante la stagione invernale.

Difatti, la mancanza di luce, il cielo plumbeo, la neve, la pioggia, il vento, la nebbia e le temperature rigide comportano uno sconvolgimento del nostro sistema nervoso e delle vere ripercussioni sull’umore: non si ha voglia di uscire o di praticare alcuna attività fisica o ludica.

Tale condizione psicologica è stata scoperta dal Dottor Norman E. Rosenthal negli anni 80′, medico psichiatra e autore del libro “Winter Blues: Everything You Need to Know to Beat Seasonal Affective Disorder”.

Il disturbo si verifica in inverno con vero e proprio abbassamento del tono dell’umore.

La diagnosi vera e propria del disturbo e le relative terapie sono state poi studiate e sviluppate dagli inizi degli anni ’90, quando si sono affacciate nel panorama scientifico le Teorie della Luce e di come essa possa influenzare il sistema circadiano umano, attraverso la soppressione dell’ormone noto come melatonina (Lewy et al., 1980).

Per sistema circadiano in cronobiologia e in cronopsicologia, si intende un ritmo fisiologico caratterizzato da un periodo di circa 24 ore. Il termine “circadiano”, coniato da Franz Halberg, viene dal latino circa diem e significa appunto “intorno al giorno”.

La cronobiologia, dal greco χρόνος chrónos ‘tempo’ e da biologia, è una branca della biologia che studia i fenomeni periodici negli organismi viventi e il loro adattamento ai relativi ritmi solare e lunare.

La cronopiscologia è una disciplina scientifica relativamente recente. Il suo obiettivo è basato sullo studio delle variazioni nell’attività mentale o intellettuale di ogni individuo durante un’intera giornata.

Con le Teorie della Luce si pensò possibile curare tale disturbo con la simulazione di luce solare estiva e nonostante il trattamento desse i suoi frutti sui pazienti ai quali veniva somministrato, rimanevano tuttavia, alcuni dubbi riguardo l’origine di tale patologia.

Difatti, divenne grande il dubbio se la SAD potesse essere in qualche modo legata a tali teorie come conseguenza di una secrezione ridotta o scarsa, della produzione di melatonina nelle ore notturne o una alterazione del ritmo circadiano sonno-veglia dovuta alla riduzione di ore di luce giornaliere.

Anche capire come mai la luce solare riusciva a guarire i pazienti fu presto oggetto di studio (Kripke & Welsh, 2015).

LE STAGIONI E L’UMORE

L’influenza dell’alternanza delle stagioni sull’organismo in generale sia dal punto di vista fisico, sia psicologico e dunque, sull’umore, è certamente un effetto visibile e a lungo studiato da numerosi ricercatori.

È stato dimostrato che le stagioni influenzano in maniera attiva le funzioni cognitive del cervello umano, facendo scaturire la provata deduzione che anche l’umore ne possa essere influenzato.

Il fattore ambientale è certamente un fattore fondamentale, che si traduce nel considerare la stagione invernale responsabile del disturbo SAD, soprattutto nelle regioni a latitudine maggiore: non a caso, le regioni scandinave dell’emisfero boreale, nelle quali l’assenza di luce dura ben 6 mesi e non solo una stagione, sono quelle soggette a maggiori tassi di suicidio e depressione rispetto alle regioni latine e mediterranee con un alto fattore ambientale di luce e sole.

LA RELAZIONE CON IL SISTEMA ENDOCRINO E GLI ORMONI

La funzione neuroendocrina del cervello è la funzione che si riferisce alla neuroendocrinologia, branca biologica della Psiconeuroendocrinoimmunologia che studia la interazione-comunicazione chimica tra il cervello (il sistema nervoso) e le ghiandole endocrine (il sistema endocrino) e la regolazione da parte del cervello dell’attività ormonale del corpo ed è stato provato come anche tale funzione sia influenzabile dalla variazione delle stagioni e della luce.

LA RELAZIONE CON LA PSICOLOGIA E IL SONNO

Oltre all’interazione con il sistema endocrino, si è dimostrata una variabilità anche nei funzionamenti del comportamento umano legati alla sfera psicologica, quali umore, energia, aggressività, performance, sonno, appetito, funzione metabolica, termoregolazione e risposta ormonale agli stimoli (Lacoste and Wirz-Justice, 1989).

Una particolare considerazione: nei pazienti bipolari per quanto concerne il sonno, avveniva il passaggio dalla sfera depressiva a quella maniacale in presenza di insonnia avvenuta in maniera spontanea per una notte mentre, se veniva prescritta l’astensione dal dormire come prescrizione, tale deprivazione funzionava da antidepressivo e questo comporta che la luce influenzando il sonno, regola anche di conseguenza, l’umore.

Il GENTIL SESSO

Altro fattore analizzato, seppur secondario, è l’incidenza del fenomeno rispetto al sesso: si è notato difatti, che il disturbo del Winter Blues colpisca con una incidenza maggiore le donne, probabilmente per la loro propensione spiccata ad una maggiore ricettività della sfera affettivo-umorale della psiche.

LA LIGHT TERAPHY

La Light Therapy o Terapia della Luce è stata dunque scelta dall’unanimità degli studiosi, come la cura e il trattamento più idoneo per combattere il disturbo della SAD.

A questo scopo sono numerosi gli strumenti che sono stati sviluppati per favorire la applicazione della terapia e alcuni sono stati dei veri e propri trial clinici (studi clinici).

Un esempio vincente di strumentazione efficace allo scopo è stata la Lampada a luce bianca con uno schermo a bassa diffusione che filtra i raggi UV.

L’efficacia della Terapia della Luce è stata dimostrata anche nei casi di disturbi depressivi (disturbi non stagionali) e disturbo bipolare e si stanno dimostrando anche gli effetti benefici sulla depressione post partum e premestruale.

Tutte questi benefici sulle diverse patologie hanno come fattor comune l’efficacia della terapia della luce e il ruolo fondamentale che essa attua nella regolazione delle principali funzioni del nostro organismo.

Tale considerazione suggerisce l’importanza di adattare i nostri ambienti domestici e lavorativi a alla tipologia di luce e alla sua presenza per ottenere i suoi naturali effetti benefici.

Questa disciplina di cui tanto si parla recentemente, è davvero profonda, perché permette di auto regolamentare il proprio equilibrio psico-fisico in maniera autonoma e consapevole.

L’approccio mindfulness è “E’ un atto che parte dall’attenzione e dal modo in cui la usiamo ed è talmente semplice che questa stessa semplicità ne rappresenta la vera difficoltà. Noi facciamo molta fatica ad essere semplici. Da un lato, una capacità progressiva di maggiore presenza al qui e ora ci apre a esperienze inaspettate, alla ricchezza del momento presente, alla pienezza del vivere. Dall’altro, la pienezza dell’esperienza comprende necessariamente anche il suo lato “negativo”: il disagio, la sofferenza, il dolore. E qui si gioca uno degli aspetti più interessanti di questo approccio che ci chiede e ci insegna a non respingere e a non negare questa dimensione ma a farne motivo di crescita e persino di creatività. Questo è l’aspetto cui si riferisce la parola “accettazione/accoglienza”

Questo approccio accetta e non denigra il dolore e rende la disciplina per questo molto interessante e controcorrente in quanto accetta ed elabora l’aspetto negativo della vita senza respingerlo entrando in relazione più diretta col il disagio e la sofferenza, imparando a rivolgere piena attenzione al disagio, a tutto ciò che ci disturba, al dare spazio a ciò che non vorremmo, alla sofferenza e al dolore. “In questo senso è un lavoro “contro natura”, un andare “controcorrente”, perchè la tendenza automatica, istintiva che abbiamo è fare esattamente l’opposto. Ma se lo sperimentiamo, allora possiamo scoprire che in questa “mossa” apparentemente incomprensibile troviamo una possibilità sorprendente di fare spazio, di lasciar essere e quindi di essere meno condizionati, meno oppressi anche dalle condizioni che ci portano disagio. E, paradossalmente, facendo questo ci mettiamo nelle migliori condizioni possibili per trovare, quando ci sono, le vie e i modi più efficaci per gestire o risolvere le cause di sofferenza. A volte anche attingendo a intuizioni creative”.

Credit to: https://mindfulnessitalia.

Da molti anni questa disciplina è protagonista indiscussa di molti ambiti della psicologia, psicoterapia e filosofia.

Definiamola: “una parola inglese che vuol dire consapevolezza ma in un senso particolare. Non è facile descriverlo a parole perché si riferisce prima di tutto a un’esperienza diretta. Tra le possibili descrizioni è diventata “classica” quella di Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questo approccio. “Mindfulness significa prestare attenzione, ma in un modo particolare: a) con intenzione, b) al momento presente, c) in modo non giudicante”. Si può descriverla anche come di un modo per coltivare una più piena presenza all’esperienza del momento, al qui e ora”.

Spesso viene associata alla meditazione proprio perché si basa sulla meditazione consapevole (principale tradizione ereditata dal Buddhismo classico) e può essere definita “un livello introduttivo, iniziale di pratica di meditazione che sia adeguato e adatto a contesti quotidiani, all’esperienza di vita normale che sperimentiamo tutti i giorni. In sintesi un approccio che possa aiutarci a metterci in una diversa relazione col disagio, che prima o dopo, in un modo o nell’altro, tutti sperimentiamo”.

Non corrisponde tuttavia ad una tecnica di rilassamento, spesso scambiata per questo tipo di pratica in realtà non lo è poiché non è né un trance né un modo per “svuotare la mente e raggiungere il vuoto”. Non consente inoltre di essere un facile metodo di facile raggiungimento del benessere psico fisico né tantomeno una sorta di “spa emozionale”.

Erroneamente viene associata ad una sorta di “buonismo psicologico che ci permette di accettare tutto, accogliere acriticamente quello che ci accade, ad essere passivi nel nome dell’accettazione”.

 

Credit to: https://mindfulnessitalia.it

 

 

 

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