In natura, come nella vita, la fama marchia le persone e anche gli elementi senza risparmiare nessuno.

Nel tempo, piante come la Cannabis non hanno ricevuto la giusta attenzione che meritavano per la loro nomea legata al mondo degli stupefacenti.

Esistono legami, proprietà ed impieghi specifici e spesso contraddittori all’interno del vasto panorama della flora naturale che nel tempo hanno suscitato l’interesse e le attenzioni di studiosi, ricercatori, scienziati e appassionati.

Seppur vero che la Cannabis viene ancora impiegata nel mondo della droga come psicoattivo, è stato spesso sottovalutato il suo grande apporto in termini positivi sulla salute dal punto di vista medico-curativo.

Canapa e Cannabis sono due facce della stessa medaglia interconnesse tra loro poichè entrambe piante facenti parte della stessa famiglia, con proprietà e vantaggi (è il caso di dire) STUPEFACENTI.

Come moltissime piante, la Canapa, è una specie dai molteplici ed incredibili benefici, che nel tempo, vista la sua declinazione in Cannabis (spesso chiamata erroneamente Marijuana), intesa solamente in veste negativa quale droga, è stata ingiustamente accantonata o non più completamente sfruttata.

Tuttavia, grazie a numerosi studi, ricerche e recenti scoperte, che sono parte di un filone molto copioso di studi portati avanti dai ricercatori da diversi anni, oggi, in questo articolo, vogliamo mettere in luce i numerosi benefici apportati dalla Canapa, dalla sua vicina parente la Cannabis e la stretta correlazione tra i cannabinoidi e il sistema Endocannabinoide umano.

Vediamo di seguito tutti i dettagli.

Per maggiore chiarezza e per facilitarne la lettura, abbiamo distinto in tre articoli differenti le varie parti, uno sulla canapa, uno sulla cannabis e uno sul sistema endocannabinoide umano.

CANAPA & CANNABIS: DEFINIZIONE E DIFFERENZE

Prima di iniziare con le varie specifiche parti dell’articolo, iniziamo con il chiarire alcuni punti chiave e definizioni.

Una prima definizione:

CANAPA: Pianta annua, dioica, delle dicotiledoni amentifere, attualmente inclusa nella famiglia delle cannabacee (Cannabis sativa), a foglie opposte o alterne, composte da 5 o 9 o 11 foglioline lanceolate; i fiori sono disposti, negli individui maschili, in pannocchie terminali o ascellari, nei femminili in glomeruli raccolti in una infiorescenza compatta; il frutto è un achenio, correntemente detto seme di c., da cui si può ricavare un olio (olio di c.) usato nella fabbricazione di saponi e vernici, in passato per illuminazione, e che, se depurato, ha anche usi alimentari. Forse originaria dell’Asia centrale, la canapa è oggi coltivata in molti paesi a clima temperato e tropicale per la fibra che da essa si ricava, ma la sua produzione, a causa della concorrenza di alcune fibre artificiali, è in costante declino.

CANNABIS: (Linnaeus, 1753) è un genere di piante angiosperme della famiglia delle Cannabaceae. Secondo alcuni comprende un’unica specie, la Cannabis sativa, la pianta storicamente più diffusa in occidente, a sua volta comprendente diverse varietà e sottospecie; secondo altri invece si distinguono tre specie, C. sativaC. indica e C. ruderalis. Originaria dell’Asia centrale e sacra per gli hindu, la pianta era indicata in sanscrito con i termini bhangavijaya e ganjika; in hindi, ganjaÈ generalmente accettata l’ipotesi secondo cui la canapa sia giunta nelle Americhe dopo Colombo; tuttavia alcuni scienziati hanno trovato residui di cannabis, tabacco e foglie di coca in numerose mummie (1500 a.C.) scoperte in Perù.

Dalle sue infiorescenze essiccate è possibile ottenere la marijuana, un complesso di molecole che agiscono principalmente a livello del sistema nervoso centrale e periferico.

Le molecole più note sono il THC-ovvero il delta-9-tetraidrocannabinolo– e CBD –il cannabidiolo.

Anche se canapa e cannabis appartengono alla stessa specie vegetale, sono due piante che presentano delle differenze importanti da non sottovalutare

Non soltanto esteriormente, ma anche dal punto di vista del chemiotipo (componenti chimici).

A titolo di esempio: la canapa possiede concentrazioni di THC decisamente inferiori, mentre nella Cannabis e dunque anche nella marijuana e hashish (che derivano entrambi dalla cannabis), questo cannabinoide è presente in quantità abbondanti.

Canapa e cannabis vengono prodotte per ragioni completamente diverse, pertanto devono essere coltivate in specifiche condizioni ambientali.

La cannabis destinata alla produzione di marijuana e hashish è stata allevata e selezionata per sviluppare esemplari femmina che producono grandi quantità di fiori.

Le piante di canapa possono essere di sesso femminile, ma quelle coltivate per scopi industriali sono generalmente maschi e non producono fiori. Anche questi esemplari vengono allevati in modo selettivo e coltivati in condizioni che favoriscono la crescita verticale e lo sviluppo di steli lunghi e spessi.

I maggiori impieghi della canapa legale in Italia sono la base di alimenti (nella produzione di semi, olio, farina, biscotti, condimenti) tessuti, carte, cosmetici, materiali edili, sportivi, accessori di moda ma anche aromaterapici come l’impiego dell’olio essenziale.

In Italia negli anni ‘30 la coltivazione della canapa occupava 85 mila ettari di terreno vantando il titolo di seconda produttrice mondiale per quantità dopo l’Urss e prima per qualità.

Solo dopo il 1950, con l’avvento della produzione di fibre sintetiche, la canapa ha smesso di essere un’importante fonte di guadagno per l’economia italiana fino ad essere posta quasi nel dimenticatoio.

DIFFERENZE TRA CANAPA, CANNABIS & MARIJUANA

Nel corso del tempo si sono verificate diverse incomprensioni riguardo la differenza tra canapa e cannabis e conseguentemente tra canapa, cannabis e marijuana.

La marijuana scientificamente viene definita come la sostanza psicoattiva derivante dalle infiorescenze della pianta femminile della cannabis (anche chiamata canapa a volte).

La cannabis è riconosciuta dalla maggioranza degli studiosi come Cannabis sativa L. della quale si distinguono tre varietà: la cannabis sativa (utile), cannabis indica (indiana) e cannabis ruderalis (russa o americana) tutte con dimensioni, origini, concentrazioni, percentuali e principi attivi differenti.

Il termine marijuana etimologicamente non ha alcun significato. Veniva così definita dai messicani per il suo effetto stupefacente ad uso ricreativo.

Nel corso della storia sono stati inventati diversi termini per identificare la marijuana sempre in riferimento alle infiorescenze essiccate per essere successivamente fumate, benché la canapa abbia una storia molto più prestigiosa e vi siano innumerevoli veicoli per beneficiare di tutte le sue qualità.

Indubbiamente la sua ‘fama di stupefacente’ ha indebolito la grande storia della canapa, tra le piante più complete e utili che la natura ha da offrire.

Ad oggi importanti ricerche scientifiche hanno permesso a questa pianta di riacquistare valore e interesse.

 CANAPA SATIVA LEGALE & CANNABIS LEGALE[2]

La Cannabis Legale detta anche Cannabis Light, Marijuana light o Canapa Light è un’infiorescenza proveniente dalla stessa pianta: la Cannabis Sativa.

La Cannabis legale viene anche definita Canapa sativa legale, per la quale si intende la varietà sativa, quella che nella legge n.242 del 2 dicembre 2016 permette la libera coltivazione di canapa con contenuti di THC inferiori allo 0,2%.

La canapa legale si definisce quindi, anche cannabis light, o anche cannabis legale, ossia la varietà di cannabis che presenta una percentuale di THC estremamente ridotta, tanto da eliminarne gli effetti psicotropi.

In Italia i valori di riferimento di THC che rendono una pianta di cannabis light legale si attestano tra lo 0,2% e lo 0,5%.

La pianta della canapa produce infatti una vasta gamma di cannabinoidi – finora ne sono stati scoperti oltre 100 tipi – tra cui i due più famosi sono certamente il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo).

Il THC è la componente responsabile dell’effetto psicoattivo della marijuana e dell’hashish, quello che conferisce la sensazione di sballo e di alterazione delle facoltà mentali.

La pianta di canapa non produce livelli di THC così alti da essere inebrianti, contenendo invece una grande quantità di CBD. Quest’ultimo è pur sempre un cannabinoide ma non ha una composizione in grado di produrre effetti psicoattivi.

Al contrario le numerose proprietà della canapa sativa, come quella antidolorifica o quella antidepressiva, derivano proprio dall’elevata concentrazione di CBD.

Questa è la caratteristica più lampante che differenzia la canapa sativa dalla cannabis e anche dunque, dalla marijuana. È anche il discrimine utilizzato da molti Governi, i quali definiscono canapa sativa legale la canapa che contiene livelli di THC entro i limiti previsti dalle leggi.

Come suddetto, a questa concentrazione di THC il consumo di cannabis light non presenta controindicazioni per la salute ed anzi, diversi studi recenti mostrano come il consumo di cannabis legale possa avere diversi effetti benefici grazie alla sua alta concentrazione di CBD (cannabidiolo).

Il CBD, anche detto cannabidiolo, è una delle sostanze che si trovano all’interno delle piante di canapa ed è presente in alte concentrazioni nelle diverse varietà di cannabis legale.

Fino a pochi anni fa gli studi sulla cannabis light erano pochi e le interessanti proprietà del CBD erano dunque poco note. Grazie però allo sviluppo del commercio di cannabis legale, l’attenzione verso il CBD ed i suoi effetti benefici è andata via via crescendo.

Come suddetto, e ci teniamo a ripeterlo, attualmente diversi studi dimostrano come il CBD non abbia alcun effetto psicoattivo e porti invece numerosi benefici al sistema immunitario e all’organismo.

E’ proprio grazie al CBD che la cannabis legale è considerata avere un’ampia varietà di effetti terapeutici, tanto da risultare estremamente versatile.

Negli ultimi anni sono stati sviluppati numerosi prodotti a base di CBD che si sono rivelati estremamente utili nelle forme più disparate.

Il CBD, e di conseguenza il consumo di cannabis light, ha dimostrato attraverso diversi studi scientifici di avere diverse proprietà, tra le quali: proprietà analgesiche, anti-infiammatorie, ansiolitiche ed antipsicotiche.

VARIETA’ DI CANNABIS LIGHT

Da un punto di vista scientifico e botanico, la principale distinzione tra i differenti tipi di cannabis deriva da uno studio del 1785 di Jean-Baptiste Lamarck.

Il naturalista francese effettuò uno studio sugli effetti stupefacenti della Cannabis proveniente da due diverse regioni, quella del Medio Oriente e quella proveniente dalle zone equatoriali. I risultati portarono alla distinzione ancora oggi in uso tra Cannabis Sativa e Cannabis Indica. Le due tipologie hanno caratteristiche peculiari che ne definiscono non soltanto gli effetti psicoattivi ma anche il fenotipo.

Parlando di cannabis legale è giusto sottolineare come questa venga classificata come Cannabis Sativa e dunque, con un basso contenuto di THC ed alti livelli di CBD.

Il consumo di cannabis light è indicato soprattutto per persone con uno stile di vita frenetico che possono essere spesso sottoposte a stress. La cannabis legale aiuta a ridurre ansia, stress ed efficacie anche contro l’insonnia.

Sono disponibili diverse varietà ed infiorescenze con diversi livelli di CBD, proprietà e diversi gusti.

L’invito è dunque quello di sperimentare per riuscire a trovare la cannabis light perfetta per voi e le vostre esigenze.

DIFFERENZA TRA CANAPA, CANNABIS, MARIJUANA E HASHISH[3]

DI SEGUITO UN BREVE RECAP PER MAGGIORE CHIAREZZA:

CANAPA: Pianta erbacea delle Cannabacee ( Cannabis sativa ), alta oltre 2 m, con stelo diritto, fistoloso e peloso e foglie stipolate e picciolate, composte da 5-11 foglioline lanceolate; è estesamente coltivata per la fibra che se ne ricava.La fibra tessile ottenuta dagli steli essiccati al sole e quindi messi a macerare in acqua, oppure ottenuta dagli stessi con altri procedimenti industriali (fisici o chimici) o trattamenti microbiologici.

CANNABIS: Genere di pianta della famiglia Cannabacee, con le varietà sativa (canapa) e indica (canapa indiana). La Cannabis, sotto forma di preparati (foglie di marijuana) e resine (hashish), viene utilizzata come sostanza stupefacente. Tra gli effetti più frequentemente descritti: sensazione di benessere, ilarità, alterata percezione del tempo, intensificazione delle sensazioni e delle emozioni. Al di là delle discussioni sociali e politiche sull’uso della C. come stupefacente, essa è stata a lungo un’importante pianta medicinale. Negli ultimi anni si è accumulato un notevole volume di ricerca sulle sue proprietà farmacologiche e le possibili applicazioni cliniche, per es., nella terapia del dolore

MARIJUANA: Uno dei nomi con cui viene indicata in America e in Europa la droga ottenuta facendo seccare i fiori e le foglie della canapa indiana (Cannabis indica): generalmente fumata in sigarette o in pipe, procura uno stato di estatica euforia provocando modificazione delle percezioni uditive e visive e, in forti dosi, alterazioni del comportamento e delle funzioni psichiche.

HASHISH: per Hashish si intende la resina derivata dalla lavorazione della Cannabis ovvero: la sostanza stupefacente il cui nome arabo (ḥashīsh) significa «erba».Viene ricavata dalla Cannabis sativa (varietà indica), per purificazione dell’estratto alcolico privato della componente oleosa volatile o anche per secrezione della pianta in fiore. Ridotto in polvere viene successivamente trasformato in pasta pressata a forma di bastoncini o pani. Il principale componente attivo, il Δ9,-tetraidrocannabinolo, determina ebbrezza; Può essere fumato o assunto per via orale, e i suoi effetti variano a seconda della quantità assunta e della personalità del soggetto. In genere determina euforia, sensazione di rallentamento del tempo, iperemia congiuntivale, aumento di appetito. L’uso continuato provoca intossicazione. È la droga storicamente più diffusa tra le popolazioni musulmane e il suo uso è andato estendendosi ai paesi occidentali a partire dal 19° secolo. L’hashish, che è prodotto, in modi diversi dalla resina, ha normalmente maggiore potenza psicoattiva della marijuana.

 

[1] The Plant List.

[2] https://www.olfattiva.it

[3] Treccani

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